Una sfida inedita. La rivoluzione transumanista.

Redazione • apr 15, 2017

20-03-2017 – di Diego Marchiori

Premessa

L’ Appello politico agli italiani: Un Paese smarrito e la speranza di un popolo offre già una serie di spunti di discussione sulle sfide in atto come libertà di educazione, sussidiarietà applicata, famiglia e politiche per la vita, riforme istituzionali, politiche per il lavoro, immigrazione. Ma con questa appendice vorrei aggiungere un tema che nei prossimi mesi/anni sarà sempre più dominante – lo è già ma non ce ne siamo pienamente accorti –  dal momento che riguarderà uno stravolgimento totale delle nostre vite, più di quanto non lo sia stato finora: la rivoluzione informatica degli anni ’70 si è evoluta nella rivoluzione robotica, ovvero nella 4^ rivoluzione industriale la quale propone sfide inedite per l’umanità . Ritengo che questo argomento, pur impopolare, dovrebbe entrare con priorità nell’agenda politico – elettorale di chi si presenterà alle prossime elezioni.

Breve analisi della questione

« La grande sfida di oggi è che l’automazione, tramite software e robot, sta allargando la sua portata a tutti gli aspetti di competenza umana, comprese le capacità di analisi e di giudizio» . Così Nicholas Carr intervistato da Francesco Borgonovo. [1]

Come in ogni rivoluzione in cui la tecnologia cambiano le abitudini umane, i rapporti di forza sociali, le tecniche lavorative. Ma la 4^ rivoluzione industriale rischia di cambiare anche la visione antropologica, l’ utopismo tecnologico che si è già affacciato nelle nostre vite non sta promuovendo un semplice (presunto) miglioramento della qualità della vita dell’uomo, ma anche un nuovo uomo.

L’Industria 4.0 tanto apprezzata ed osannata dai grandi gruppi industriali, dalla grande finanza, da alcuni gruppi politici, viene proposta come la panacea dei mali della perdurante crisi economica; “finalmente l’Italia entra nell’era digitale”, “finalmente si torna a crescere”. Questi, in sintesi, gli slogan. Ad un’attenta analisi possiamo notare infatti già qualche presagio delle contraddizioni dell’ utopia del progresso : la produzione industriale cresce molto di più dell’occupazione, come mai? Carr ha citato lo studio di due ricercatori di Oxford del 2013 intitolato “ il futuro dell’occupazione ” ed è emerso che su 702 mestieri diversi si stima la scomparsa del 47% degli impieghi a favore delle macchine intelligenti nei soli Stati Uniti. Per l’Europa la stima sale al 50% [2].

Sollecitati da tale studio e consapevoli che i primi a poterne subire le conseguenze – o governare le opportunità – sono stati i giovani italiani di Confartigianato che nel 2015 hanno elaborato un Manifesto [3]. In questo Manifesto, che a mio avviso dimostra una gioventù molto sensibile ai cambiamenti in atto e alle sfide che comportano [4] , si può scorgere tutta la tensione che genera il nuovo equilibrio tra umano e tecnologico e che avrà conseguenze enormi. Tuttavia è la stessa tensione che dall’avvento della modernità in poi accompagna le società contemporanee: progresso vs conservazione; innovazione vs tradizione.

Lo stravolgimento tecnologico sta esplodendo in tutta la sua evidenza.

Ma facciamo un passo ulteriore: da quando si parla di post-umanesimo, post-verità, post-modernità, significa che qualcosa di fondamentale sta cambiando e i più si trovano ancora impreparati.

Lo spaventoso laboratorio del nuovo Adamo  

Nel recente bollettino di Dottrina Sociale della Chiesa dell’Oss. Van Thuan [5] si è parlato proprio di questo: Transumanesimo: lo spaventoso laboratorio del “nuovo Adamo” . Mons. Crepaldi lancia l’avvertimento: «Ci sono oggi correnti teoriche e attività pratiche, finanziate e sostenute da enormi risorse mondiali, che invece vogliono andare oltre l’uomo. Si tratta appunto del transumanesimo».

Succeduto alla morte di Dio invocata da Nietzsche – prosegue mons. Crepaldi – « il progetto dell’oltreuomo provoca la morte dell’uomo e non la sua esaltazione » e prosegue: « Oggi si vuole andare verso l’uomo ibrido animale-macchina [6] , potenziato nelle sue prestazioni tramite l’identificazione con la macchina e retrocesso nel suo valore tramite una evoluzione a rovescio a pura animalità». E si chiede: « Come potrà la Dottrina Sociale della Chiesa non confrontarsi con questi orizzonti oggi più attuali? ». Io aggiungo: come può la politica ignorare una sfida di tale portata?

Ma per combattere e vincere una sfida di tal fatta si può pensare che sia sufficiente qualche intervento legislativo? Qualche nuovo regolamento, qualche protesta di piazza? No! Mi trovo d’accordo con mons. Leuzzi quando – in occasione dell’anno della fede – scrisse: « la fede teologale è dell’uomo divenuto costruttore della realtà storica, nella sintesi di anima e di corpo, mentre la fede religiosa può limitarsi alla difesa dei valori etico-morali, insufficienti per la promozione di un nuovo umanesimo che promuova l’uomo nella sua unità di anima e corpo come costruttore e non semplice spettatore della storia […] Il monismo antropologico, invece, promuove e si fa garante dell’assorbimento della persona umana nella prassi, la cui prima manifestazione è la sua frammentazione [7] » antropologica, storica, biologica . E il percorso che gli ultimi cinquant’anni si è presentato è proprio il seguente: « prima sessualità senza procreazione, poi procreazione senza sessualità e, infine, sessualità senza differenze [8] ».

Ossia.

Con il legame sempre più stretto tra sviluppo della tecnica e sperimentazione scientifica, il mostro di Frankenstein di Mery Shelley sembra farsi sempre più possibile. Una mostruosità che preoccupa, e non a caso lo scorso novembre la Pontificia Università Lateranense ha organizzato un primo summit internazionale [9] con esponenti del mondo digitale e in cui ci si sono confrontati attorno alla domanda: “ Quali sono le trasformazioni che la rivoluzione digitale porta con sé, quali i valori che ci devono sostenere?”

Francamente non so che cosa possa rispondere in fatto di valori un patron di Google o di Facebook, ma la questione è tanto banale quanto drammatica: siamo di fronte ad un bivio che può rendere la persona più persona, o disumanizzarla . E l’approccio meccanicistico ostile a riconoscere che la persona umana non è solo corpo, ma anche anima, quindi non è solo fisica, ma anche metafisica, non è solo forma, ma anche sostanza; non sembra far ben sperare. Lo vediamo nelle legislazioni internazionali sempre più invasive riguardo la vita, la famiglia, il rapporto con la sofferenza e la morte. Legislazioni non solo invasive, ma sempre più aggressive [10] verso chi sostiene l’indisponibilità della persona umana ai vari riduzionismi. L’esempio più grave è l’utero in affitto [11] e le proposte neomalthusiane di fondazioni come Bill e Melinda Gates che promuovono il controllo delle nascite [12] nelle donne povere del mondo anche con dispositivi tecnologici sottocutanei.

La rivoluzione tecnologica investe tutta l’esistenza umana: dal concepimento alla morte, dai rapporti interpersonali al lavoro, dalla politica all’economia. È una rivoluzione totale verso la quale ci troviamo drammaticamente impreparati. Sul piano operativo ed anche sul piano ideale. Il relativismo ci ha offuscato la mente per cui non sappiamo più distinguere nettamente ciò che è buono da ciò che è cattivo. Non sappiamo più cercare il bene e fuggire il male , ma conviviamo acriticamente con tutte quelle strutture sociali di peccato che stanno seminando il cancro della cultura della morte.

Benedetto XVI è stato molto chiaro riguardo il rapporto tra sviluppo tecnico ed umano: « Lo sviluppo tecnologico può indurre l’idea dell’autosufficienza della tecnica stessa quando l’uomo, interrogandosi solo sul come, non considera i tanti perché dai quali è spinto ad agire [13] » . Il potere ideologico della tecnica, prosegue il papa « rende oggi così forte la mentalità tecnicistica da far coincidere il vero con il fattibile . Ma quando l’unico criterio della verità è l’efficienza e l’utilità, lo sviluppo viene automaticamente negato [14] ».

L’enciclica è stata scritta all’origine della grande crisi finanziaria mondiale, quasi a denunciare proprio l’efficientismo e l’utilitarismo che stanno dominando le scelte economiche. Ma la lezione non sembra essere stata accolta.

Un esempio molto concreto è dato proprio dal piano per l’industria 4.0 proposto dal Governo Renzi. Si parla di tutto fuorché della grande contraddizione che comporta la robotizzazione e l’inserimento dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi: la disoccupazione dovuta al rimpiazzamento delle persone con robot ed umanoidi.  Sempre Nicholas Carr afferma: «F ino a poco tempo fa, la maggior parte dell’automazione riguardava lavori manuali o fisici, in particolare il lavoro in fabbrica e quello di produzione agricola. Con i computer, però, l’automazione si sposta nel mondo dei cosiddetti “lavoratori della conoscenza”» ; la rivoluzione in atto coinvolgerà quindi anche i colletti bianchi [15].

Non solo. Ma mentre si parla di efficienza e flessibilità per i processi industriali, si dimentica che la persona non è un robot, e quindi per potersi ricollocare nel mercato del lavoro « ed acquisire nuove competenze non è una cosa che succede in una notte [16] ».

Il necessario ruolo della politica

Da più parti ci si chiede che cosa sia ormai Politica . Essa ha perso il suo compito e la sua efficacia forse perché ha perso il senso per cui esiste. Se la politica è affari, se la politica è solo contrattazione tra interessi, allora non è Politica. Se manca cioè una chiara visione di che cosa sia l’uomo, la società degli uomini, il mondo che lo circonda, da dove proviene e dove finirà, la politica si riduce a cieca passacarte di processi relativi.

Ciò è ancor più grave se rapportato alla rivoluzione che sta avvenendo. E volendo avviarmi alla conclusione vorrei abbozzare alcune proposte concrete:

  1. La politica deve riappropriarsi del proprio ruolo rispetto al paradigma tecnocratico, alla finanziarizzazione dell’economia, alla prepotenza scientifica sulla vita umana. Deve ribadire un’etica indisponibile, una verità accessibile alla ragione che limita la presunta libertà di fare tutto ciò che è tecnicamente possibile.
  2. Va creata una nuova alleanza politica che elabori soluzioni concrete rispetto al progressismo tecnologico e al riduzionismo umano. È un lavoro anzitutto culturale di riscoperta dei valori di fondo che accomunano ogni essere umano.
  3. Lavorare su proposte di legge di rango costituzionale in cui sia ribadito che:
    1. Il lavoro è uno strumento al servizio dell’uomo e mai il contrario;
    2. La dignità di ogni essere umano non può essere riducibile ai meccanismi della tecnica;
    3. L’essere umano è un essere indisponibile alla sperimentazione tecno-scientifica.
  4. Va creato uno statuto unico della robotica e dell’intelligenza artificiale in cui si regolamentano le politiche dei processi produttivi, a garanzia della dignità del lavoro, della giusta retribuzione salariale, dei tempi di lavoro e di riposo.
  5. Vanno create limitazioni ai nuovi centri di potere tecnologico che hanno sede fuori dai confini nazionali, ma che sono degli influencer pubblici rilevanti.

Per la complessità del tema chiaramente non posso né essere esaustivo, né esente da qualche errore di valutazione. Reputo tuttavia che la questione sia più urgente che mai poiché tocca tutte le dimensioni dell’umano, e tutti gli ambiti della vita sociale, lavorativa, familiare, biologica. E’ una sfida inedita che coglie molti ancora impreparati , e precipuo compito del politico è saper vedere oltre ed indicare soluzioni coerenti con la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà, il bene comune. Anche quando questo non conviene sul piano elettorale.

Diego Marchiori (diego.marchiori.dm@gmail.com)

 

Riferimenti e approfondimenti

Notizie

Sulla 4^ rivoluzione industriale

Sui documenti del Magistero riguardo lo sviluppo e la tecnica

Libri ed articoli

Eugenia Roccella, Fine della maternità , Siena, 2015

Famiglia domani, atti del convegno “ La teoria del gender, per l’uomo o contro l’uomo? ” Chiedi, 2014

M. Dugain e C. Labbè, L’uomo nudo , Damiani editore

J. Kaplan, Le persone non servono , Luiss University Press

R. Sennet, L’uomo artigiano , Feltrinelli

Articoli dell’Autore

Interventi legislativi

 

[1] La Verità 7/12/2016 pp.16-17

[4] Per un mio commento specifico vedi: Dal Manifesto nazionale per un DNA veronese

[5] Per una lettura approfondita vedi Bollettino DSC n.2/anno XII

[8] idem

[10] Ultima in ordine di tempo è la proposta di legge francese che vuole ostacolare i siti pro-life

[11] Basta digitare sulla ricerca Google “utero in affitto” o “maternità surrogata” o “gestazione per altri” o “fecondazione eterologa” per comprendere la portata della questione.

[12] Qui Melinda Gates  a Tedx Germania esordisce dicendo che il tema della contraccezione “è controverso quando dovrebbe essere incontrovertibile”. E’ il volto della dittatura gentile del movimento abortista mondiale.

[13] Benedetto XVI. Caritas in Veritate n.70. Città del Vaticano 2009

[14] Idem

[15] La Verità del 07/12/2016 pp.16-17

[16] Idem

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