In funzione della risposta che daremo a queste tre domande avremo anche il relativo tipo di famiglia.
Oggi non è più la famiglia che costruisce la società ma la società che costruisce la famiglia.
Se la società in cui viviamo è un organismo (organismo dinamico s’intende) allora ogni struttura al suo interno sarà più o meno funzionale alla vita dell’organismo.
Nel mondo dinamico non c’è spazio per le azioni neutre, non c’è spazio per le strutture neutre: ogni struttura ha una sua specifica funzione (derivante dalla sua essenza) e lavora per costruire o distruggere un certo tipo di società.
Il nostro filosofo T. Demaria ci ha fatto comprendere che occorre distinguere il popolo dalla società dinamica/secolare:
Il sistema di strutture societarie (questa è la definizione demariana della nuova società dinamica secolare) “ignora” il popolo, non che ne prescinda ma non ne dipende in senso esclusivo.
Per esempio ai tempi del comunismo, in Polonia coesistevano il popolo cristiano e il sistema comunista e tra i due si instaurò un’aspra lotta.
Oggi in Italia coesistono ancora un popolo cristiano e un sistema di strutture via via sempre più capitalista e perciò sempre più ateo-materialista:
Il discorso che andiamo costruendo non riguarda il popolo in quanto tale e non riguarda nemmeno la singola persona: ogni popolo e ogni persona vanno amati e rispettati.
Il nostro discorso si concentra piuttosto sulla società come sistema di strutture societarie, che sono l’oggetto specifico delle ideoprassi e all’interno delle quali si inserisce il popolo e la persona.
Ogni struttura dicevamo poc’anzi costruisce sempre un certo tipo di società e non esiste la possibilità di un’azione neutra:
tutto ciò che non è in funzione della vita le sarà automaticamente opposto, in modo diretto o indiretto.
Facciamo degli esempi di strutture non funzionali alla società organico-dinamica (cioè alla società che fa della sintesi vitale e vitalmente operante il suo centro) proposti proprio da Demaria:
Oggi potremmo aggiungere:
Ma perché questi che vengono chiamati “diritti civili” dovrebbero ledere non solo il benessere ma addirittura l’esistenza stessa della famiglia naturale? Perché non possono convivere l’uno accanto all’altra ?
Se è vero come abbiamo detto che ogni struttura costruisce o distrugge un certo tipo di società ci dobbiamo chiedere quale tipo di società puntano a costruire questi diritti civili;
infatti, come abbiamo detto, ogni struttura introdotta nella società agisce e costruisce secondo la propria natura e desidera espandersi.
Per loro natura ontologica queste elencate sono strutture che non sono funzionali alla vita biologica né alla vita della comunità come sintesi di famiglie, semmai sono funzionali alla comunità come somma di individui.
Prendiamo il caso recente delle unioni civili, è evidente che esse sono strutturalmente chiuse alla trasmissione della vita e incapaci di educare alla trasmissione naturale della vita biologica e infatti a riprova di ciò ci siamo accorti che subito dopo l’approvazione della legge si sono moltiplicate le iniziative culturali, giuridiche e politiche per promuovere vie alternative alla trasmissione naturale della vita:
Niente di strano per chi come noi mastica il dinamico:
Precisiamo che l’attacco alla famiglia naturale non è quasi mai diretto, si tratta piuttosto di un attacco indiretto che avviene appunto grazie alla creazione di strutture parallele o alternative che di fatto ne indeboliscono il valore sociale sia dal punto di vista culturale (la famiglia naturale diventa una tra le tante) che economico (non vengono stanziati fondi sufficienti al suo sostegno).
Dopo che la cultura mass-mediatica e la prassi insegnano ai ragazzi che il matrimonio sfocia molto spesso nel divorzio perciò è meglio convivere finché la dura,
che in fin dei conti il sesso è fatto per divertirsi,
che ogni relazione vale sempre purché ci sia il sentimento dell’amore ancorché sganciato dalla verità e dalla vita,
che se concepisci un bambino lo puoi tranquillamente eliminare perché è solo un grumo di cellule,
che uno sballo alla settimana è una cosa sana,
che le famiglie sono di tanti tipi e tutti equivalenti,
che poi se desideri un figlio lo puoi fare in provetta o con un utero in affitto anche a cinquant’anni ……..
…..ebbene dopo tutto questo si potrà mai pensare che questi ragazzi abbiano poi voglia di sposarsi e costituire una famiglia naturale stabile?
Senza citare i numeri della sociologia è abbastanza palpabile che ormai forse la maggioranza dei giovani non si sposa più, non riconosce il valore e la bellezza di una unione stabile per tutta la vita e non comprende il valore sociale costruttivo del matrimonio riconosciuto dalla comunità civile (non parliamo di quella religiosa).
La famiglia naturale intesa come struttura sociale è stata progressivamente indebolita e di fatto è messa in scacco da questo nostro sistema di strutture (tra cui quelle citate) che abbiamo costruito spesso senza vera consapevolezza delle sue conseguenze.
Perché essa non è più strutturalmente funzionale alla società dei consumi, alla società edonistica, alla società del benessere materiale.
A questo tipo di società capitalista e ateo-materialista essa appare come un retaggio del passato (qualcuno dice medievale) o quantomeno estranea alla logica della prassi prevalente.
Questa messa in scacco tuttavia non dipende solo dalle strutture che l’hanno lavorata ai fianchi ma dipende anche e forse soprattutto dall’assenza di strutture di supporto che la potessero sostenere culturalmente mostrando la bellezza della sfida matrimoniale ed economicamente finanziando concretamente la coppia fondata sul matrimonio (magari con adeguati e prolungati redditi di maternità).
D’altra parte nel mondo laico-secolare prevale chi è più dinamico quand’anche fosse portatore della dinamicità dell’errore.
Appare chiaro che la famiglia naturale, come dicevamo, non è funzionale alla società capitalista e ateo-materialista, essa è invece funzionale ad un altro tipo di società e cioè una società in cui la dimensione della vita e in particolare della vita comunitaria prevale sulle voglie istintive dell’individuo.
La famiglia naturale è per propria natura generativa di almeno quattro aspetti “ontologici” coordinati anche se di fatto non tutte le famiglie li possono implementare al completo.
Vediamo quali sono gli aspetti ontologici attraverso cui la famiglia naturale genera la vita:
Da ciò si comprende, ma sarebbe da approfondire, che anche quelle coppie eterosessuali sterili che per motivi di salute non possono trasmettere la vita in senso biologico sono in realtà coinvolte a pieno titolo a generare la vita negli altri tre aspetti essenziali e questo stato della realtà le rende appunto non solo coinvolte ma spesso perfino necessarie alla costruzione della vita comunitaria sia che questo avvenga in modo diretto (per esempio con l’adozione), che indiretto (per esempio con l’assistenza materiale e spirituale alle altre famiglie con figli).
Nessuna di queste quattro funzioni generative della vita possono essere ontologicamente svolte da una coppia omosessuale.
Perciò tale funzione educativa e costruttiva della vita resta pressoché esclusiva delle coppie eterosessuali stabili perché è una funzione che può essere svolta solo con l’esempio credibile e la vita affettiva quotidiana permanente nel tempo.
Purtroppo, come abbiamo già detto, in questo contesto culturale e sociale temiamo che la famiglia naturale sia destinata forse a soccombere , con conseguenze inimmaginabili ma che possiamo un po’ intuire in alcuni paesi che si sono già spinti “avanti”.
Questo appare l’esito , a meno che non si metta in moto una nuova prassi capace di costruire la società alternativa organico-dinamica e questo non è possibile se prima di tutto non si risponde alle tre domande che abbiamo posto all’inizio, ricordando nuovamente che oggi non è più la famiglia che costruisce la società ma è la società che costruisce la famiglia a partire dalla cultura-conoscenza.
PS: regola pratica della realismo integrale
Ogni struttura introdotta nella società risponde ad un assoluto, vive e costruisce in funzione di quell’assoluto, distruggendo in modo diretto o indiretto tutto ciò che non le è coerente.
Quando viene introdotta una nuova struttura nella società cerca perciò di scoprire se è funzionale contemporaneamente alla tutela e diffusione della vita statica (biologica) e della vita dinamica.
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