Per una nuova idea di mondo di Donato Bagnardi

Redazione • apr 11, 2015

Newsletter n° 9 – Aprile 2015

Per una nuova idea di mondo di Donato Bagnardi

Diremo, allora, che la società preindustriale era:

  • statica , in quanto già bell’e fatta, da conservare, garantita automaticamente dalla natura, anche se non esente da cambiamenti e riassestamenti;
  • etica , in quanto recante una pura esigenza di moralizzazione, di governo, dunque da amministrare con la forza del diritto, la politica e la dimensione etico-religiosa;
  • sacrale , essendo la stessa eticità di natura religiosa e la religione l’unica matrice culturale, ossia l’anima e il fondamento diretto della realtà che veniva sacralizzata.

La società industriale è:

  • dinamica , in continua costruzione, garantita problematicamente dall’agire collettivo dell’uomo;
  • ontica , perché il dinamismo non è solo etico di cambiamento, ma di costruzione di un nuovo essere, che pone un problema ontologico-metafisico;
  • secolare , perché lo stesso dinamismo fa emergere una nuova matrice culturale che in campo profano non è più la religione, ma quella laica e secolare, non necessariamente antireligiosa e separata dalla religione.

In definitiva, da una società statica in cui tutto era garantito dagli automatismi dalla natura si passa ad una dinamica da costruire e che deve essere garantita dall’intervento umano libero e corresponsabile.

È la stessa Rivoluzione industriale l’evento epocale che, secondo Demaria, rende finalmente manifesto l’intimo dinamismo della Realtà, originando un’interdipendenza oggettivabile, globalizzata, e finendo con il fare da spartiacque tra due mondi completamente diversi: quello dell’ente statico, proprio della società preindustriale, e quello dell’ente dinamico, tipico della società industriale. Il primo richiedeva solo di essere conservato, governato, vissuto, gestito con la politica, il diritto, l’etica e soprattutto con il ricorso alla religione, la quale permeava di sé la società, l’arte, la civiltà, la cultura. Il secondo è un mondo dove il nuovo soggetto agente è la Storia, anzi come meglio diremo, la Realtà Storica, una Realtà che via via diviene una, interdipendente, a raggio mondiale, globalizzata.

In questo nuovo contesto l’uomo si riscopre controllato da forze aventi un carattere superindividuale, che storicamente, precisa Demaria, sono state rappresentate da quelle collettiviste e da quelle liberal-capitaliste, entrambe responsabili di aver orientato il mondo verso una costruzione sbagliata.

E l’azienda industriale diviene l’emblema del passaggio dallo statico al dinamico, ponendosi come una realtà viva, luogo di unificazione organica di tutti i membri dell’impresa, dinamismo transpersonale. Diviene, cioè, il primo organismo dinamico costruito dall’uomo, a valore ontologico, che progressivamente comunica il suo dinamismo all’intera realtà sociale.

L’elemento di grande novità, nella prospettiva demariana, è che l’uomo, in questo mondo dinamico, è costretto a cedere il testimone ad un nuovo soggetto agente: la Realtà Storica, come Ente, Ente sui generis , che comprende globalmente tutta la realtà umana esistenziale.

Si tratta di una Realtà che Demaria tenta di definire variamente:

  • come EDUC: Ente (essere) Dinamico (da costruirsi di continuo) Universale (cioè globale) e Concreto (inglobante la concretezza della dimensione esistenziale individuale e collettiva).
  • come organismo dinamico , metafisicamente uno e fenomenicamente molteplice , caratterizzato soprattutto dalla transpersonalità , in quanto, non essendo sostanza, non è persona o moltitudine di persone;
  • come sistema di strutture , di organismi dinamici (la famiglia, l’azienda, la scuola, la propria classe, il partito …) intrecciati a guisa di vasi comunicanti, a valore ontologico;
  • come Dinontorganismo (Din= dinamico, ont= ontologico + organismo);
  • come Superorganismo dinamico. Super, in quanto operante al di sopra di ogni soggetto agente; organismo, in quanto realtà viva che opera ed agisce in virtù di un principio vitale; dinamico, in quanto, a differenza dell’organismo statico già dato, garantito dalla natura, esso deve essere garantito dall’uomo mediante il suo intervento libero e corresponsabile;
  • come ideoprassi o prassi razionalizzata, prassi “animata” da una logica interna, avente un corpo e un’anima, ossia una parte materiale che si trasforma e una che guida dall’interno queste trasformazioni. Il corpo è composto da vari elementi: l’economia, la politica, la scienza e la tecnica, i rapporti sociali, la società, la cultura, l’uomo. L’anima, invece, è la sua logica interna, la razionalità interna oggettiva , cioè l’ordine, l’insieme di regole che guidano la vita di un organismo. E si dice interna, in quanto appartiene all’organismo, e oggettiva, in quanto la sua esistenza non dipende dal pensiero dell’uomo, sicchè anche se da questi ignorata esiste ed è operante. La prassi , infatti, per poter funzionare ha bisogno di un’anima, ovvero di una razionalità, vera o falsa che sia, che la informi e la qualifichi ideologicamente trasformandola in ideo-prassi. In questo senso l’ ideoprassi è sintesi di teoria e prassi; è forma o razionalità incarnata esistenzialmente e mobilitata; è dialettica superindividuale, oggettiva di costruzione della Realtà Storica, di un Intero Storico Globale, incontrovertibile e incomprimibile; è l’agire di una coscienza collettiva.

Su quest’ultima realtà, non solo concettuale, Demaria insiste spiegando meglio come la prassi sia ciò che si genera dalla Rivoluzione industriale, ovvero quella forza (o prassi selvaggia) che si manifesta nei vari settori dell’agire sociale e che prima o poi cade sotto il controllo delle razionalità superindividuali.

Per far funzionare bene il corpo della Realtà Storica non è sufficiente intervenire sugli elementi del corpo stesso se, poi, il principio razionale che lo guida è falso. E la razionalità transindividuale vera, secondo Demaria, è quella organico-dinamica , quella che, come meglio diremo, pur non derivando dalla fede, ne assume la logica costruttiva, ponendo l’economia, la politica, la scienza e i restanti elementi del corpo al servizio reale dell’uomo e della collettività.

Ma se questa è la nuova realtà emergente, quali i ruoli di Dio e della persona? Quale il ruolo della chiesa e della sua dottrina sociale? Quale l’attuale contesto culturale con cui confrontarsi e in cui promuovere la nuova idea di mondo da costruire? I non credenti possono accogliere tale nuova visione?

Inizieremo a rispondere a tali interrogativi al prossimo appuntamento.

Intanto si ringrazia per l’attenzione!

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