Uscire dalla crisi definitivamente combattendo il suicidio sociale – Roberto Roggero

admin • feb 11, 2014

Come l’economia ha una radice sociale che si chiama consumatore, così la crisi economica che stiamo vivendo ha una radice sociale che si chiama “mancanza di società a misura d’uomo”. I recenti dati dell’ISTAT ci dicono

  1. Che il costo della vita per un sigle è 1,60 volte superiore a quello di una famiglia
  2. Che il numero dei single si sta alzando molto rapidamente

Il dato sul costo della vita (1) ci conferma che è l’errore nella costruzione della società (2) che produce e peggiora la crisi economica generando in continuazione costi sociali sempre maggiori. Questi a loro volta si riflettono (attraverso le tasse necessarie al maggior fabbisogno sociale) sui costi di produzione, sulla competitività dei prodotti, sull’export la cui mancanza innesca gli attuali processi di riduzione del lavoro. Per rendersi conto delle dimensioni del problema diciamo che il suo range ha una dimensione per l’Italia di 500 miliardi di euro. Se pensiamo che manovra dell’IMU che ha destato tanto scalpore riguardava 4/8 miliardi, oppure che il deficit annuale dello stato è di 100 miliardi di € riusciamo ad avere un ordine di grandezza del problema. La crisi si risolve definitivamente ( anche se non immediatamente purtroppo ) riorganizzando tutte le strutture sociali in funzione della vita e della famiglia che la trasmette, trasmissione della vita in senso fisico ma sopratutto in senso sociale. Questa riorganizzazione sociale si riflette in modo benefico sul funzionamento delle strutture economiche che la realizzano ed è l’unica strada per AUMENTARE LA RICCHEZZA rispettando nel contempo l’ambiente e l’uomo. Certo non si può costringere le persone a sposarsi per legge perché il problema è prima di tutto un problema culturale, non certo umano perché la famiglia c’è stata da sempre. In questo ambito l’ intervento dell’ONU di critica alle politiche pro-famiglia del Vaticano risulta un autogol clamoroso . L’intervento dell’ONU sulle politiche familiari e sui diritti del bambino sposta però da ambito nazionale ad internazionale la modalità di intervento necessaria a ristabilire la situazione. A questo punto l’unica strada aperta è la costituzione di una ASSOCIAZIONE MONDIALE pro FAMIGLIE, laica di carattere politico, in grado di influire sulla cultura internazionale. Il cambio di obbiettivi nella costruzione della struttura sociale che potrebbe seguire porta automaticamente all’uscita dalla crisi attuale, ma non sarà un percorso senza difficoltà. Qui di seguito qualche indicazione che non ha certo la pretesa di essere esaustiva.

Il suicidio sociale attraverso la cultura

La masturbazione che l’OMS propone come programma scolastico per i bambini di 4 anni i e l’ONU raccomanda come salute riproduttiva 1 e la progressiva incapacità sociale di costruire una famiglia 2 non nascono da soli hanno un padre e una madre. La madre che li genera in continuazione è la cultura materialista che vede esclusivamente l’individuo biologico e lo fa persona autonoma e sovrana anche nel caso di un bambino da educare. Educare a che? Poiché autonomo e sovrano l’individuo è da educare alla realizzazione di se stesso come realizzatore dell’individuo biologico. La cultura della autonomia e sovranità dell’individuo inteso in senso materiale si estende anche al suo essere individuo capace di emozioni rendendo ingiustificabile qualsiasi comportamento che non sia emozionalmente produttivo.

La centralità della dimensione ”individuo biologico” sostituisce quella di “individuo parte dell’umanità” che scompare progressivamente. Il cambiamento del principio costruttivo distrugge in un attimo la comunità familiare stabile, perché secondo questa cultura il matrimonio si può fare, ma solo fintantoché produce emozioni favorevoli all’individuo.

La madre è quindi la culture e il padre del suicidio sociale è il “governo di turno” che si adegua e produce leggi o raccomandazioni che la realizzano. Peccato che l’incapacità di costruire una famiglia stabile bloc c hi la trasmissione della vita , intesa non solo in senso biologico, ma sopratutto in senso sociale con tutte le conseguenze economiche e ambientali che ne derivano. Quali?

Il ruolo dell’ONU nel suicidio sociale

Occorre combattere la discriminazione, occorre regolare l’aumento della popolazione della terra, occorre aumentare la salute, occorre mantenere viva l’economia: e allora forza con la masturbazione precocissima, l’uso di profilattici e aborto in sostituzione della responsabilità 3 , la contrapposizione tra diritti del maschio e diritti della femmina 4 , la famiglia gay 5 e la distruzione della famiglia. In queste conclusioni c’è qualcosa che non va perché a nessuno sembra siano in relazione causa effetto con le premesse.

Le quattro preoccupazioni iniziali sono quelle che spingono l’ONU a queste posizioni estreme e sono le nostre stesse preoccupazioni ma la soluzione non è certo quella. L’errore antropologico ( persona biologica autonoma e sovrana 6 ) arriva perfino a proporre al Vaticano di modificare il programma delle scuole cattoliche 7 perché evidenziare la medesima dignità nella diversità dei sessi è un errore! La distinzione tra i sessi è legge naturale: non si può cambiare. L’ONU non deve cambiare le leggi ma garantire la loro applicazione! È come voler cambiare il codice della strada perché qualcuno passa con il rosso! Il codice è giusto e il fatto che io la metà delle volte mi debba fermare perché trovo il rosso non mi limita nella mia dignità anzi l’accresce perché si aggiunge al mio desiderio biologico (passare) il suo valore sociale!(rinuncio a passare) Quando c’è rosso mi fermo e quando c’è verde proseguo. Questa pari dignità nella diversità è una ricchezza sociale che non toglie la dignità a chi si ferma!

Voler eliminare maschio e femmina dal vocabolario è una follia reale. Aggiungo una nota di colore. Io mi stupisco sempre quando la gente si preoccupa delle parole e non del reale. Se io ora scrivessi “ONU vaffanculo” tutti si preoccuperebbero della parola “vaffanculo” mi darebbero del violento lasciando in second’ordine i programmi scolastici di avvio alla masturbazione precoce: ma dove sta la vera violenza? Quando ci comportiamo così siamo proprio sepolcri imbiancati perché ci preoccupiamo delle parole che descrivono e non del contenuto reale delle azioni. Chiusa la parentesi.

Come si risolvono i problemi dell’ONU discriminazione, popolazione, salute, economia?

Aumentare la ricchezza puntando sulla società e la sua organizzazione

Il problema che ci ha regalato l’avvento della rivoluzione industriale e la conseguente urbanizzazione è il modo con cui viene scambiata la ricchezza reale: attraverso il denaro. Non coltiviamo più il nostro orto, né abbiamo polli da scambiare con il vicino, solo il possesso di denaro determina a nostra sopravvivenza. Tanto più grande è la città, tanto più sopravvivenza e possesso di denaro coincidono.

Di quanto denaro abbiamo bisogno per sopravvivere? L’efficienza della società e della sua organizzazione dipende in primo luogo da questo.

Dati ufficiali sulla ricchezza reale

Il bisogno di denaro non è univoco nemmeno in Italia e certamente è in relazione all’organizzazione sociale. Il che è vero anche in Italia, paese in cui l’industrializzazione è ormai secolare. Il dato prodotto da ISTAT in questi giorni e ripreso da numerose TV e giornali è la differenza tra costo della vita di un single e di una famiglia. Essere single costa 1,60 volte di più che essere famiglia: la differenza di organizzazione sociale, a parità di ricchezza reale, provoca una differenza nel bisogno di denaro. La modalità di vita SOCIALE più economica per l’uomo è la famiglia .

Il dato è stato ripreso dalle agenzie ma non capito totalmente nelle sue NUMEROSISSIME implicazioni. Vediamone alcune.

Primo obbiettivo, aumentare la ricchezza reale, il paradosso della disoccupazione

Il primo rapidissimo collegamento è con lo spreco la cui eliminazione in economia di chiama “Qualità Totale” ed in politica “Spending Review” ed entrambi sono pregi.

Spreco è “non ricchezza” per definizione è ciò che non si trasforma in ricchezza.

Lo sviluppo della nostra società va verso lo spreco? Il dato ci dice che andando verso la “persona biologica autonoma e sovrana alla maniera ONU” andiamo verso una società che per esistere aumenta il suo costo. Possiamo permettercelo? In realtà la nostra società può andare solo in direzione opposta ossia verso la sobrietà: uguale ricchezza finale usufruita da tutti i singoli di fronte ad una minore energia per produrla.

La comunità familiare non è l’unico modo di essere comunità. Per restare nel contendere ONU-Santa Sede, esistono per esempio religiosi e religiose, ma certamente la comunità familiare è l’unica che ha nella propria natura intima la “trasmissione della vita biologica e no”.

Possiamo concludere con questa legge che l’ISTAT si è incaricata di dimostrare: la ricchezza reale di individui e società aumenta all’aumentare d i comunità familiari stabili .

Il secondo rapido collegamento è con la produttività economica . Il denaro che circola in Italia ha lo scopo di far sopravvivere gli italiani. Ne deriva che la tendenza alla costituzione di “coppie di fatto instabili” produce un costo sociale che poi si riversa sulla società come insieme di strutture necessarie alla sopravvivenza ( più scuole materne, case di riposo, appartamenti, maggiore necessità per tutti di avere un lavoro, maggiore fabbisogno in denaro per vivere, …). Le strutture in più possono vivere solo attraverso denaro che lo stato deve rastrellare: il maggior costo sociale aumenta le tasse, gli stipendi necessari alle persone… aumentando così il costo del lavoro. L’aumento del costo del lavoro diminuisce la competitività. La conseguenza finale è che il la pompa che usiamo per importare denaro in Italia ( l’esportazione) rallenta sempre di più.

Le conclusioni sono ovvie anche per un bambino purché abbia presente il dato dell’ISTAT: se vuoi mettere in efficienza la nostra economia oberata dalle tasse comincia a pensare come rendere efficiente la comunità familiare: tanto più essa è famiglia tanto più i costi sociali diminuiscono SENZA CHE LA RICCHEZZA REALE usufruita dall’individuo DIMINUISCA.

Possiamo concludere con questa seconda legge : in uno stato civile che non intende abbandonare i suoi cittadini alla fame, l’economia è tanto più produttiva quanto più la comunità famil i are è presente vitalmente operante e stabile.

Comincia ad essere evidente a questo punto l’AUTOGOL della politica ONU.

Il terzo collegamento con la disoccupazione rende ancora più sconcertanti le indicazioni ONU alla Santa Sede. In Italia siamo dentro un apparente paradosso: la ricchezza cala nonostante l’aumento dei lavoratori disponibili destinati a produrla (disoccupati). Il fenomeno sarebbe incomprensibile se non sapessimo da sempre che in una economia industriale la ricchezza reale viene generata dalle strutture di trasformazione e non dalle persone disponibili che da sole non hanno gli strumenti per produrla. Ricchezza prodotta, strutture produttive e persona sono perciò correlate in un rapporto che tende alla diminuzione del personale impiegato all’aumento dell’autonomazione industriale. Lo sviluppo industriale fatalmente riduce il fabbisogno i personale, liberandolo dall’incombenza della produzione DI DENARO ma rendendolo nel contempo disponibile alla fabbricazione di ricchezza che non richiede denaro.

Ricchezza significa avere disponibilità di qualcosa oltre le proprie necessità, ma questo qualcosa è ricchezza e non spreco quando è disponibile allo SCAMBIO SENZA dover passare dal DENARO. Il dato ISTAT, ma ancor più la vita vissuta ci dicono che la famiglia come comunità stabile che vive per trasmettere la vita in senso sociale e biologico è il luogo dove primario dove avviene questo scambio produttivo senza denaro .

Questo dato ISTAT dimostra la terza legge: l’occupazione/ struttura industriale è tanto meno necessaria quanto più è presente lo scambio produttivo senza denaro.

Il dato ISTAT dimostra anche la quarta: la distribuzione della ricchezza è tanto migliore quanto più è diretta ossia affidata alla comunità familiare che la deve spendere ( famiglia sana è sottinteso) che di per sé è deputata allo sviluppo del singolo, materiale, sociale ed affettivo, che ne può verificare i risultati quotidianamente.

Il risultato di queste evidenze portate dai dati ISTAT è che “domani” si può eliminare la disoccupazione lavorando tutti sei ore ed aumentando lo scambio senza denaro: questo vuol dire che la comunità familiare deve tornare primariamente ad occuparsi della cura di figli e padri, la gestione della comunità …. . Ma certo non è cosa facile perché “oggi” cultura ed ONU stanno viaggiando verso l’abisso, e noi con loro. Ma come abbiamo cambiato da cultura familiare spostandola verso l’esaltazione delle masturbazioni infantili del singolo possiamo cambiare di nuovo riportando la sessualità dalla attuale funzione autocentrica dell’individuo a funzione di trasmissione della vita biologica ma soprattutto sociale ed affettiva. A patto di mutare modello di sviluppo.

Per uscire dalla crisi occorre attivare una organizzazione mondiale delle famiglie, laica, con lo scopo di influire sulla costruzione del mondo in funzione della vita.

I dati ISTAT sulla diffusione della comunità familiare (in grave diminuzione) ci dicono che oggi come società Italiana stiamo veleggiando verso l’abisso, perché la società nasce dalla famiglia e ad essa è legata l’economia. Ci dicono anche che l’uscita dalla crisi è legata al fatto di rimettere al centro della società la famiglia se non altro perché vivere in famiglia costa meno … ma a quale livello va posta la nostra azione? La vicenda ONU indica come sia necessari o spostare a livello politico mondiale la capacità di intervenire.

É un intervento da attuare modificando il dinamismo culturale in modo da ritornare a porre la “famiglia eterosessuale in funzione della trasmissione della vita in tutte le sue espressioni anche comunitarie e sociali” al posto della “persona biologica autonoma e sovrana”.

Questo cambiamento è la condizione per risolvere

  1. il problema dell’ aumento della popolazione da controllare questa volta attraverso la coscienza di cosa sia veramente essere famiglia, del suo ruolo biologico, comunitario, sociale e non attraverso la masturbazione precoce dei singoli, la contraccezione e aborto.
  2. Il problema economico , vivere come famiglia costa almeno 1/3 in meno, e di conseguenza del problema ambientale causato da super produzione e discariche.
  3. Il problema della salute che è un processo legato alla presenza dalla società (ricerca, ospedali,…), società che è sana e sostenibile se è in funzione della comunità familiare.
  4. Il problema della discriminazione perché per definizione la comunità familiare è il luogo della non discriminazione che si realizza attraverso l’aiuto reciproco.

Come operare questo cambiamento non è facile perché si tratta di registrare gli otto feedback che generano il modello sociale . In termini tecnici va rilevata l’attuale contrapposizione tra essenza di primo e di secondo grado, per cui come ente di primo grado siamo pronti a fare una famiglia all’età di 18 anni mentre per quello di secondo grado dobbiamo aspettare di averne 35(?) età a cui è possibile rendersi autonomi. La crisi economica è un problema laico, come lo è la costruzione politica del mondo. La Chiesa può essere perciò il soggetto che suscita ma non il soggetto che conduce direttamente questo cambiamento: lo dobbiamo fare noi laici , e dobbiamo farlo con urgenza anche appoggiando le iniziative già presenti di cui possiamo avere il controllo diretto, lo dobbiamo fare a livello mondiale perché i giochi si fanno a livello mondiale.

Lo strumento è certamente costituire un network mondiale di associazioni laiche , e lo strumento pratico-operativo potrebbe passare anche da internet. La pressione politica può essere fatta anche attraverso iniziative come CitizenGO 8 ma laico. Con un click ci si può opporre direttamente quando appaiono follie come questa.

Diamoci da fare per mettere insieme tutti in un nuovo modello di sviluppo che coordini tutta l’attività mondiale, con pazienza ma senza deflettere.

1 Vedi articolo 56. Il Comitato è seriamente preoccupato per le conseguenze negative del Vaticano Vedi la posizione e le pratiche di accesso degli adolescenti che negano alla contraccezione, nonché a la salute e l’informazione sessuale e riproduttiva. Vedi anche articolo 57

2 Vita da single che passione, anche se costa di più. In dieci anni in Lombardia – spiega un’analisi della Coldiretti regionale su dati Istat – le famiglie costituite da una sola persona sono aumentate del 37%, passando da 969.504 a 1.330.332. Un vero e proprio esercito che rappresenta ormai quasi un terzo del totale delle famiglie. A livello economico – spiega la Coldiretti Lombardia – il costo della vita mensile incide di più sul bilancio di un single rispetto alla media pro capite dei componenti di una famiglia di tre persone: 1.961 euro contro 1.064 euro. In particolare: 335 euro per cibi e bevande contro 185 euro della famiglia. E anche per l’abitazione il single paga il 40% in più: 698 euro al mese contro 281 di media pro capite familiare.

3 Al punto 57 paragrafo (A)

Valutare le gravi conseguenze della sua posizione sul divertimento degli adolescenti del più alto livello possibile di salute e di superare tutte le barriere e tabù circostante sessualità adolescenziale che ostacolano il loro accesso alle informazioni salute sessuale e riproduttiva, anche per quanto riguarda la pianificazione e contraccettivi familiare, i pericoli dei primi gravidanza, la prevenzione dell’HIV / AIDS e la prevenzione e il trattamento delle malattie sessualmente malattie trasmissibili (MST);

4 Al punto 27.

Con riferimento alla sua precedente preoccupazione sulla discriminazione basata sul genere (CRC/C/15/Add.46, par. 8), il Comitato si rammarica che la Santa Sede continua a porre l’accento sulla promozione della complementarità e l’uguaglianza in dignità, due concetti che diversificare da uguaglianza nel diritto e la pratica di cui all’articolo 2 della Convenzione e sono spesso usato per giustificare la legislazione e le politiche discriminatorie. Il Comitato si rammarica inoltre che la Santa Sede non ha fornito informazioni precise sulle misure adottate per promuovere la parità tra ragazze e ragazzi e per eliminare gli stereotipi di genere dalle scuole cattoliche libri di testo come richiesto dal Comitato nel 1995.

5 Ad esempio qui 49.Il Comitato raccomanda alla Santa Sede di garantire che il diritto canonico disposizioni riconoscono la diversità delle impostazioni familiari e non discriminare i bambini in base al tipo di famiglia in cui vivono.

6 Individuo considerato solo come ente di primo grado.

7 Come si vede al paragrafo 28.

Il Comitato invita la Santa Sede ad adottare un approccio basato sui diritti all’indirizzo discriminazioni tra ragazze e ragazzi ed evitare di utilizzare una terminologia che potrebbe sfidare la parità tra ragazzi e ragazze. Il Comitato invita anche la Santa Sede prendere misure attive per eliminare dalle scuole libri di testo cattoliche di genere stereotipi che possono limitare lo sviluppo dei talenti e delle capacità dei ragazzi e ragazze e minare le loro opportunità di istruzione e di vita.

8 http://www.citizengo.org/

i I corsi di masturbazione per bimbi di quattro anni Folle imposizione dell’Europa: insegnare ai piccoli tutto sul sesso (anche gay) http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1343863/I-corsi-di-masturbazione–per-bimbi-di-quattro-anni.html

 

04/11/2013

I corsi di masturbazione per bimbi di quattro anni

 

D’ora in avanti la masturbazione sarà promossa in tutte le scuole materne ed elementari d’Europa come forma di educazione sessuale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), di comune accordo con l’agenzia governativa tedesca per l’Educazione sanitaria, sta infatti diffondendo presso tutti i ministeri della Salute e dell’Istruzione d’Europa un documento, chiamato «Standard di Educazione Sessuale in Europa», che invita a una maturazione della consapevolezza sessuale già nei primissimi anni di età, attraverso una conoscenza del proprio corpo e un’esplorazione delle relazioni sessuali – sia etero sia omo – infantili. Il testo, redatto da diciannove esperti, è rivolto a «responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie» e rappresenta una sorta di vademecum per guidare i bambini verso una piena crescita sessuale nel periodo compreso tra 0 e 15 anni.

 

Nelle 83 pagine del documento vengono definite le varie fasce d’età e, per ciascuna, stabiliti gli obiettivi da raggiungere e i relativi compiti dell’insegnante.

 

Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni, si legge, «gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”». Dai 4 ai 6 anni i bambini dovranno invece essere istruiti «sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso», «parlando di argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa».

 

La vera crescita avverrà coi bimbi tra i 6 e i 9 anni, cui i maestri terranno lezioni su «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi». Su questo aspetto i bambini tra 9 e 12 anni dovranno già avere ampia competenza, diventando esperti nel «loro utilizzo» e venendo informati su «rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette (le gravidanze indesiderate)». Ecco il decisivo balzo in avanti: nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni gli adolescenti dovranno acquisire familiarità col concetto di «pianificazione familiare» e conoscere il difficile «impatto della maternità in giovane età», con la consapevolezza di «un’assistenza in caso di gravidanze indesiderate e la relativa «presa di decisioni» (leggi aborto). Non solo: a quell’età, ormai matura secondo l’Oms, i ragazzi dovranno essere informati sulla possibilità di «gravidanze anche in relazioni omosessuali» e sull’esistenza del sesso inteso come «prostituzione e pornografia», venendo messi in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità». Il protocollo diffuso dall’Oms lancia anche un monito affinché «l’educazione sessuale venga effettivamente realizzata in termini di luoghi, tempi e personale», sebbene non occorra una preparazione ad hoc della classe docente e «gli insegnanti di educazione sessuale non siano professionisti di alto livello».

 

Queste direttive sono già state recepite a livello comunitario nella risoluzione Estrela votata giorni fa al Parlamento europeo e ora in discussione in Commissione. Nel testo presentato dall’europarlamentare socialista Edite Estrela, la masturbazione viene infatti indicata come metodo di educazione sessuale, prendendo atto del fatto che «i ragazzi più giovani sono esposti, sin dalla più tenera età, a contenuti pornografici soprattutto su Internet».

 

Il rapporto Estrela, inoltre, invita l’Ue a «prevenire le gravidanze indesiderate» e a garantire «il diritto d’aborto», combattendo «l’abuso dell’obiezione di coscienza» da parte del personale sanitario. Contro questa risoluzione si sono schierati numerosi europarlamentari, tra cui l’italiano Sergio Silvestris (Pdl), che coi loro emendamenti hanno determinato un rinvio e un riesame del testo in Commissione. Intanto anche contro il documento dell’Oms si sta sollevando un’opposizione della società civile: sia la fondazione CitizenGo sia il sito hatzeoir.org stanno raccogliendo firme per fermare la diffusione del testo, definito «corruttore dell’integrità e della salute dei minori».

 

di Gianluca Veneziani

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