Newsletter n°3 – agosto 2014

In tema di famiglia come soggetto sociale , questa volta l’argomento e lo spunto di riflessione che voglio condividere riguarda il tema delle differenze tra “il matrimonio/famiglia di oggi rispetto a quella dei nostri nonni”.

L’obiettivo è quello di porre domande in funzione di quello che mi capita di osservare nella quotidianità tra amici, parenti, conoscenti etc…

Alcune considerazioni sugli aspetti sui quali vorrei focalizzarmi:

1) Il matrimonio oggi viene sempre più visto come un “optional” al proprio rapporto sentimentale (che tendenzialmente dura tra i 5 ed i 10 anni…) e l’opportunità di convogliare a nozze è sempre più legata alla possibilità economica di affrontare i “Costi per la Festa”

2) Ne deriva che anche la famiglia nasca con dei presupposti di “Precarietà”, quasi fosse tutto legato (o gran parte almeno …) alle disponibilità economiche.

3) Ne deriva ancora un ulteriore conseguenza, quella dei figli, la cui scelta sembra ormai un argomento prettamente di “Bilancio” (avere un figlio costa… non c’è li possiamo permettere ed allora facciamo il minimo sindacale se tutto va bene…).

Rispetto a queste tre considerazioni sulle quali si potrebbero scrivere (e per certi versi ne sono state già scritte…) “camionate” di considerazioni economiche, sociali e psicologiche che servono però, secondo me, solo a spiegare l’aspetto “Fenomenico” (senza andare assolutamente sul piano essenziale), provo a fare un paio di esempi concreti che possono sembrare semplicistici ma che secondo me possono aiutarci a riflettere.

Ho sempre osservato con molto stupore il modo in cui gli anziani hanno vissuto il loro matrimonio ed hanno impostato le loro vite famigliari; in particolare:

1) I miei nonni materni (oggi mio nonno è morto e mia nonna invece è viva ed ha 85 anni …) si sono conosciuti quando avevano vent’anni e dopo circa “Tre Mesi di Fidanzamento” si sono sposati.

2) Quando si sono sposati, proprio perché erano molto giovani (circa vent’anni), non avevano assolutamente soldi ne per loro e ne per i loro figli.

3) Eppure hanno avuto quattro figli (precisamente cinque perché uno è morto alla nascita …) senza alcuna comodità; li hanno cresciuti tutti loro senza delegare la loro educazione ai nonni, parenti o baby-sitter (per la cronaca mio nonno era agricoltore ed ha vissuto con la sua famiglia sempre in campagna…)

So che storie come queste sono comuni a tutti voi e se ne potrebbero elencare tante (alcuni dei destinatari di queste mail sono proprio figli di quella generazione pertanto l’hanno vissuta a pieno in tutte le sue sfaccettature …), ma l’esempio l’ho fatto solo per mettere in evidenza che:

A) Le contraddizioni rispetto ai nostri tempi (giorni nostri…) sono talmente tanto evidenti e stridenti tale da rendere i nostri “Nonni” quasi dei “Marziani” rispetto a noi.

B) Per quanto si possano dare miliardi di spiegazioni psicologiche e/o sociali, restano tre aspetti importanti da mettere in evidenza:

1) La Famiglia se viene costruita su ciò che è “Essenziale” sfrondando ciò che è inutile (e quindi solo dannoso) può vivere ed avrà sempre la vita.

2) La vita l’avrà a prescindere dalla componente economica che rappresenta solo un aspetto della famiglia e della sua stessa vita; un aspetto al quale occorre dare il giusto peso (i miei nonni hanno sempre lavorato in funzione del loro alimentarsi per vivere; non hanno mai lavorato in funzione dell’accumulo di denaro fine a se stesso …) al contrario di ciò che oggi sempre più progressivamente avviene.

3) Le pressioni che oggi la realtà storica (la quotidianità) imprime sulla famiglia e su i suoi ritmi (e che spesso le famiglie subiscono in modo passivo ed inconsapevole) sono sempre e solo orientate alla crescita del PIL di una nazione (un problema che i nostri nonni non avevano così come lo conosciamo noi …) Ma quest’ultimo argomento lo lascio alla quarta newsletter…

dott. Leo Campanella, imprenditore  

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