Gli indici dinontorganici (parte seconda), il rapporto con lo strumento matematico

admin • giu 04, 2012

1.2I problemi della misurazione  del dinontorganismo

Ora, individuate la composizione della realtà  da misurare abbiamo di fronte il problema di come misurare la “sapienza” di queste realtà. Un numero di case è facile da misurare ma il dinamismo di una sapienza come si fa? Per fortuna gli stessi fattori che abbiamo riconosciuto ci guidano alla soluzione, sono qualitativi e quantitativi insieme.

L’economia, e l’azienda che ne  mostra i meccanismi, è in un punto cruciale della realtà storica perché qualsiasi famiglia deve lavorare  e quindi  nessuna persona può evitare di incarnare  ed implementare, in modo diretto o indiretto, le  “logiche di sviluppo” di tipo economico. Ciò che chiamiamo ” logica di sviluppo” è sapienza, e la sapienza è il mattone dell’anima. Colta da questo punto di vista  di “produttore di anima”, l’economia/azienda è la maggiore agenzia educativa conosciuta, con un valore infinitamente superiore alla televisione perché l’economia industriale è “teoria di una pratica e pratica obbligatoria di una teoria”.  Non basta. Infatti  la “logica di sviluppo” dell’economia è incaricata  di distribuire le risorse materiali necessarie a tutti gli uomini per sopravvivere. L’utilizzo della “logica di sviluppo” propria dell’economia/azienda come distributore ontologico delle risorse sposta ulteriormente dalla famiglia all’azienda il soggetto produttore di comunità, comunità che acquisisce o la logica di sviluppo  che genera la famiglia o quella che genera l’azienda .

Questi suoi ruoli  rendono ancora più centrale la “logica di sviluppo”  economica perché essa  diviene lo spartiacque pratico tra capitalismo (materialismo) e dinontorganismo.

Il dinontorganismo metafisico, infatti, è presente quando le regole di sviluppo sociali ed economiche “coincidono” sviluppando ogni singolo comportamento degli individui verso la  coerenza tra Vita sociale, economica e religiosa.

Le caratteristiche di uno strumento universale

Lo strumento dinontorganico non mostra cose nuove, consente di ordinare quelle vecchie verso la vita. Non è uno strumento che  può essere usato solo da  chi accetta le cose animato da una fede religiosa, ma prima di tutto  uno strumento razionale adatto a chiunque voglia utilizzare  la propria  ragione per il bene proprio e di tutti.

I limiti di questo studio

Il  nostro compito di “ontologi” è quello di individuare uno strumento logico che sia in grado di dimostrare il ruolo NATURALE  della metafisica nella costruzione di una equazione di tipo economico. Qui di seguito non vogliamo quindi costruire l’equazione stessa nei suo  dettagli  ma indicare  la strada per farlo

Il regolo calcolatore

L’obbiettivo di questa prima parte è generare un “regolo calcolatore” di tipo sapienziale.
QUESTA SECONDA PARTE è L’APPICAZIONE DELLA PRIMA alla costruzione di un indice misurabile.

 

1.2.1Una doppia misurazione, presenza di ciclo e sua salute

  • La prima misurazione consiste nella presenza  qualitativa dei cicli sociale ed economico,
  • la seconda misurazione riguarda l’ effetto quantitativo del dinamismo.

Anche la  misurazione  della qualità attraverso la quantità è cosa assolutamente normale, per esempio  nei “sistemi di qualità”, fondati su un ciclo di miglioramento universalmente applicabile e noto come PDCA.

Il primo passo è misurare la qualità della “logica di sviluppo” che li anima e poiché  tutti i cicli  che compongono lo sviluppo della Realtà Storica sono collegati tra loro possiamo verificare la loro compresenza qualitativa, essi possono essere misurati ed è possibile pensare ad una  gestione delle “logiche di sviluppo” attraverso la matematica.

 

1.2.2Traduzione matematica

Il fattore universale che lega lo sviluppo dell’agire umano nella globalizzazione sono le “logiche di sviluppo” 2 e di conseguenza qualsiasi equazione matematica ha valore universale quando misura logiche di sviluppo.

Voler tradurre l’economia in quanto “logiche-di sviluppo” in matematica  genera  un problema di logiche, di simboli per rappresentarle, di relazioni, e di quantità. Affrontiamo il problema in due momenti, all’inizio la parte qualitativa e poi quella quantitativa ed evitiamo qui   anche    di giustificare  la correlazione operatore matematico/relazione metafisica.

Tutto si fonda sul fatto di poter misurare i cicli attivistici delle  “logiche di sviluppo” e di  questi possiamo misurare la qualità primaria 3 osservando le qualità che le compongono: i “trascendentali dinamici” della educatività, moralità,socialità,missionarietà.

Iniziamo quindi osservando i cicli e traducendo quanto detto in simboli e relazioni semplici, i simboli: “EC” per il ciclo economico, “SC” per quello sociale,mentre per i componenti di questi cicli utilizziamo “e” per autoattivazione, “m” per norma costruttiva in funzione del tutto, “s” minuscolo per attivazione della convivenza funzionale, “mi” per capacità di costruire il  sociale attivando le parti.

Usando l’operatore ”=”  in sostituzione dell’operatore “≡” per essere ancora più comprensibili possiamo  descrivere il doppio ciclo economia-società ottenendo infine  la seguente formula

Quando la Globalizzazione è Sostenibile? La realtà si sostiene quando i cicli lavorano l’uno per l’altro ed entrambi per la Vita. L’equazione  che la traduce mi dice che il sistema è funzionate quando tutti i cicli e le parti dei cicli funzionano “ just in time ” tra loro e quindi il risultato  è 1

Scrivere  al denominatore la società SC aggiunge  l’informazione che essa è forma dell’economia. In sostanza questa equazione è la traduzione di questa immagine

 

Illustrazione 11:

 

 

Esplicitiamo quindi questa prima equazione nelle sue componenti.

1.2.3L’adattamento della “logica di sviluppo” alla realtà da misurare

Osservando l’economia dal punto di vista delle “logiche di sviluppo” scompare la differenza tra macro e micro economia. Le regole  di sviluppo macro economiche sono incarnate all’interno della microeconomia dove ciascuna parte del ciclo socio-economico  assume una identità specifica (es.: Toyota, Studio dentistico dott. Andrea Chierico, Gallieno, CDA, DNTT..).

Poiché  per una “logica di sviluppo” è inevitabile incarnarsi  in ogni singola realtà, è inevitabile e questa incarnazione avvenga  fondendo le caratteristiche della realtà specifica  con   le parti del singolo ciclo. Ne consegue che la stessa “logica di sviluppo” assume caratterizzazioni diverse in relazione alla realtà in cui si trova.

Ad esempio, l’autoattivazione  di natura essenziale (e) è diversa in soggetti diversi

  • L’autoattivazione calata nel ciclo  “economia” sarà il “ profitto ” perché questo  è ciò che muove “naturalmente” una struttura economica
  • L’autoattivazione calata invece nel ciclo “sociale”  sarà “ utilità vitale e vitalmente operante ” di un determinato prodotto o servizio, perché questo è ciò che muove una struttura sociale

 

La globalizzazione  sostenibile  è sorretta da  due cicli che si unificano  nell’unico ciclo socio-economico sorretto dai trascendentali dinamici che animano la realtà specifica concretizzandola nella situazione specifica.

 

Nella nostra equazione ECe e “profitto” sono intercambiabili, profitto è più semplice da ricordare ma ECe è più corto da scrivere per cui,  per semplicità  alla fine continueremo ad utilizzare ECe. Continuiamo con la nostra “traduzione”.

 

 

 

1.2.4La misurazione del processo di sintesi tra le parti

La crisi globale del 2007  evidenzia  come l’attività dell’economia è fusa fin da principio con l’attività sociale e il suo sviluppo sano preveda uno sviluppo altrettanto sano nel lungo periodo dell’attività sociale.

I due cicli si fondono attraverso  un’attività comune di sintesi, attività che non è esclusivamente del primo ciclo o del secondo ma propria ad entrambi le   cui regole di sviluppo , di conseguenza,  gestiscono lo sviluppo di entrambe, armonizzandolo; è proprio questa armonizzazione delle regole di sviluppo che è mancata al momento della progettazione dei bond provocando la crisi.

L’attività comune tra sviluppo economico e sociale sono le regole di attivazione e sviluppo  del mercato

  • La socialità (convivenza funzionale) tra lo sviluppo del ciclo economico e quello sociale comincia con la razionalità in grado di attivare lo sviluppo del mercato (MCs)
  • la cui  norma costruttiva deve avere anche la proprietà di essere valida tanto da generare  sia lo sviluppo sociale quanto quello economico (MCmi)

 

La globalizzazione  sostenibile  è sorretta da  due cicli che si unificano  nell’unico ciclo socio-economico sorretto dalle norme di sviluppo di economia e società  che animano la realtà specifica concretizzandola nella situazione specifica e vengono armonizzate dall’attivazione e dalla norma costruttiva del Mercato.

 

 

 

Per verificare il nostro schema basta ripensare  ai fatti del 2007.  La prima evidente osservazione è che la regola “appoggio rimborso mutui sul valore di mercato degli immobili” non è un ciclo. Il ciclo per sé “gira” all’infinito (per questo è sostenibile) mentre l’utilità sociale di costruire case termina sempre, tanto che  questo termine ha un nome ed è stato chiamato “saturazione di mercato” 4 . Questa impossibilità per l’attività di generare un “periodo lungo” di per sé basta a decidere conducendo alla conclusione che un mutuo “decennale” deve essere appoggiato su fattori in grado di generare risparmio sufficiente per  almeno un decennio, e questi sono la capacità di reddito delle famiglie.

Come l’impossibilità si è verificata nel reale così la nostra misurazione “matematica”  risulta impossibile quando è presente lo “0” in qualsiasi dei suoi  fattori

 

 

Illustrati i componenti  riportiamo l’”equazione” alla forma iniziale sintetica

1.2.5Una doppia  misurazione ontica (del sistema costruttivo e del suo risultato) e salvifica ( del sistema di controllo e del suo risultato  )

Come qualsiasi cosa anche la   misurazione del miglioramento di un sistema organico-dinamico  da una parte deve misurare  la capacità di ottenere risultati, dall’altra la progressiva riduzione di incongruenza dei risultati ottenuti rispetto all’obbiettivo proposto (vita).

La razionalità salvifica serve a salvare. Come mai nessuno impara a gettarsi dal balcone del 7° piano senza paracadute o altro? Di per se il comportamento è possibile ed alla portata di tutti ma c’è una logica di sviluppo irrinunciabile al singolo che lo impedisce: l’istinto di sopravvivenza. Questa logica di sviluppo ha la caratteristica di essere “salvifica”  per il singolo soggetto da qui il suo nome.

La medesima necessità della logica salvifica c’è nel sistema di “logiche/regole dello sviluppo” socio-economiche: questa logica di sviluppo ha la caratteristica di essere valida contemporaneamente per ogni singola parte del sistema generato dalla globalizzazione, al fine di garantirne la salvezza del sistema tutto intero sociale ed economico. La pre-condizione della sua esistenza organica è che  ciascuna delle singole parti viva ed agisca per la propria salvezza e insieme per la salvezza del sistema .

Quale è “la logica di sviluppo” salvifica? Essa si fonda sull’ORGANICITà del dinamismo che stiamo osservando. Proprio perché parte del sistema sfugge alla nostra percezione naturale per misurarlo  occorrono strumenti ed  indici 5 ORGANICI che mostrano anche la salute di ciascuna parte del sistema che mi mantiene in vita.

Osservando ciò che  è accaduto nel 2007 notiamo che l’indice utilizzato per misurare la salute della banca  era il dividendo ottenuto. Questo indice , da solo,  è in grado al massimo di misurare la salute dell’azienda, non la salute del sistema economico-sociale di cui fa parte e che la mantiene in vita. Il risultato della mancanza di misurazione può essere solo quello osservato: l’azienda sta andando in rovina perché la bolla speculativa  immobiliare USA si è fermata, i suoi clienti non hanno più liquidità ma la banca  non se ne accorge.

Ma osservare la presenza dell’organismo da sola non basta: in che cosa consiste questa organicità salvifica? Nello sviluppo salvifico del sistema oltre che  come sistema capace di costruirsi di garantire la Vita e anche nello sviluppo  delle singole parti di sistema come capaci  e preparate ad aiutare il sistema o la parte  in difficoltà . É facile vedere questa caratteristica “logica di sviluppo” nell’”aiuto e recupero” utilizzato nello sport, ma anche nella polispecializzazione usata per analoghi motivi nelle catene di montaggio TQM (in caso di blocco gli operai vicini SONO PREPARATI per accorgersi dell’evento negativo (e) e hanno preparato una procedura per ridurre i tempi di fermata (m) 6 . Nella crisi mondiale del 2007 ci si può scorgere questa preparazione a vivere ed agire in senso salvifico solo parzialmente, osservando la richiesta di intervento allo stato USA effettuato dalle banche americane in fallimento attraverso l’articolo 11.

 

È fondamentale comprendere bene queste razionalità,  ma il tempo è tiranno, per ora ci fermiamo qui limitandoci a  trasferire il concetto nella nostra equazione utilizzando la lettera S come forma del Mercato

 

 

1.2.6La misurazione dell’unità dinamica, l’equazione base  della struttura socio economica organica

Essa ci dice che la società intesa come sistema di strutture non basta a generare Vita, come non basta l’economia intesa come sistema di aziende per generare il miglioramento del prodotto: SOLO QUESTE DUE RAZIONALITà DI SVILUPPO INSIEME  lo possono fare per cui le due “logiche di sviluppo” vanno rappresentate insieme in una singola realtà.

Devo agire e svilupparmi come società ed economia insieme  per cui devo domandarmi

Q uali sono gli elementi necessari alla società per sopravvivere? E quali sono quelli dell’economia?

Per andare oltre devo rispondere a questa domanda.

1.2.6.1Le parti del dinontorganismo

Il ciclo società ed economia è parziale. Come si regge l’economia? E come si regge la società?

Per capirlo dobbiamo esplicitare il primo ciclo sempre tenendo presente che stiamo osservando  “logiche di sviluppo” e una comunità che sopravvive grazie alla Rivoluzione Industriale.

1.2.6.1.1Il ciclo sociale

Molto brevemente possiamo affermare che il ciclo sociale si regge quando nascono persone

  • generate dalla famiglia vitale e vitalmente operante
  • che a sua volta si genera per la presenza di una comunità di più famiglie vitali e vitalmente operanti 7 .
  • che sopravvive grazie alle risorse materiali  generate dalle strutture dell’ economia industriale
  • che si regge per la presenza di strutture sociali necessarie alla produzione e insieme alla vita sociale (scuole, strade ferrovie, …)

 

1.2.6.1.2Il ciclo economico

Moto brevemente possiamo affermare che la “logica di sviluppo” economica si regge quando

  • esiste la prassi economica
  • esiste la struttura economico industriale che genera la prassi  economica
  • esiste il dinamismo scientifico-tecnico che anima il miglioramento della struttura economica e
  • lo sviluppo scientifico-tecnico della Rivoluzione Industriale è funzionale alla Vita.

 

Occorre rappresentare sia la società come l’economia sotto forma di ciclo

 

 

1.2.6.2Lo strumento … dinontorganico

Dobbiamo rappresentare sia Economia come Società sotto forma di cicli che si intersecano tuttavia, per essere graficamente chiari, dobbiamo rappresentare i cicli  come  “aperti” nella figura sottostante per consentirci di aggiungere ulteriori caratteristiche. Come già spiegato tutte queste logiche di sviluppo si  concretizzano in una “misera” singola azione in cui tanto lo sviluppo della società quanto quello dell’economia vengono garantiti.

Ma da quale soggetto viene emessa questa azione? Può essere società od economia, o anche famiglia. Per poter proseguire occorre sceglierlo

Nel successivo schema  che riguarda le “logiche di sviluppo” i due cicli si  incrociano nell’attività aziendale. L’equazione fin qui  sviluppata descrive solo l’”incrocio” tra SC ed EC

Illustrazione 14: Dal punto di vista delle logiche di sviluppo l’immagine può essere tradotta in matematica attraverso la formula sottostante  che riguarda il dinontorganismo tra società ed economia che si genera  nell’azienda dinEC


Come si vede nell’immagine un’unica casella, l’azienda fa parte sia dell’economia come della società: questo ha un effetto nella traduzione econometrica perché l’economia è forma contemporanea tanto della “logica di sviluppo” della prassi economica (PR) quanto della “logica di sviluppo” della comunità interna all’economia(CO). É facilissimo rendersene  conto.

 

1.2.6.3Dallo strumento di indagine all’equazione qualitativa

Stabilito cosa  è per propria natura in relazione  e di conseguenza  cosa è possibile misurare trasformiamo questo in equazione tenendo sempre presente che

  1. stiamo osservando l’ economia e NON  qualsiasi altro punto del sistema
  2. il soggetto è la parte qualitativa ossia le “ logiche di sviluppo
  3. stiamo illustrando il metodo per costruire   e per questo motivo non consideriamo inizialmente il fattore salvifico (di controllo) che aggiungeremo solo alla  fine
  4. la traduzione avverrà in due momenti, prima EC/SC poi MC/S

A cosa corrisponde EC/SC?

che possiamo scrivere anche in questa forma  dove prevale  la descrizione del rapporto tra Prassi Economica e Sistema.

Abbiamo terminato la prima esplicitazione della formula,

ora “carichiamo” la formula di quanto evidenziato sino ad ora.

 

1.2.6.4La prassi è qualità  e quantità insieme

Qualsiasi cosa che a qualsiasi titolo esista quando non agisce vuol dire che è morta, perché è appunto la capacità di vivere ed agire che distingue la materia animata da quella inanimata 8 . Anche un comatoso agisce, il suo cuore batte … e tutti lo accudiscono nella speranza che si svegli dalla sua situazione.  La persona viva agisce e la sua azione muove la società e muove l’economia.

Del Nazismo e della Non Violenza  possiamo misurare  il lato quantitativo assieme a quello qualitativo

 

 

1.2.7La struttura generale dell’organismo dinamico

Mi mostra il suo essere realtà complessa

Abbiamo già notato che ciascuna  delle parti che compongono la Realtà Storica  (FM, SC, EC, CO, RI, ST, PR) è ente dinamico essa stessa, esiste attraverso i piani dell’essere che si collegano sotto forma di cicli.

Trasferendo questa osservazione  otteniamo questa immagine che la traduce.

Illustrazione 17: 1-la parte contornata è  quella iniziale, le altre colonne verticali mi mostrano lo sviluppo di società e famiglia

 

 

ed infine  se consideriamo il dinamismo  di ogni parte otteniamo questa specie di “materasso” dove tutto è collegato sia in modo orizzontale come verticale

Illustrazione 18: 2- Questo è un primo “panorama” delle logiche di sviluppo che muovono la realtà storica  in senso dinamico limitatamente al solo  lato ontico e che quindi possono essere tradotte negli indici cercati

 

 

1.2.8Introduzione al calcolo quantitativo

Abbiamo stilizzato il sistema  tralasciando il calcolo quantitativo, vediamo ora di indicare come esso si sposa con quello qualitativo. Ricordiamo la complessità del calcolo ossia come esso debba mostrare

  • la presenza  qualitativa dei cicli sociale ed economico,
  • l’ effetto quantitativo del dinamismo  che è la risultante della presenza dei cicli  che si incarnano  nella realtà specifica generando il  punto di equilibrio.

 

Ripercorriamo quanto già fatto

1) Abbiamo già tradotto il lato qualitativo relativo all’economia

 

2) e poiché il nostro fine è misurare l’ORGANICITà  dello sviluppo aggiungiamo perciò un metodo che ci permetta di accorgerci di alterazioni qualitativa di ogni singola parte.

La presenza qualitativa  della sapienza di sviluppo dinontorganica in questi cicli è misurata dal numero 1 la sua assenza dal n° 0. La situazione normale, vitale per tutti, è perciò

 

… mentre l’assenza qualitativa della sapienza di sviluppo in uno di questi cicli è = 0 per cui anche il blocco di un solo ciclo può dare un risultato non misurabile, nullo, infinito o impossibile comunque rappresentabile con la grandezza “0″

 

3) I trascendentali dinamici dell’autoattivazione (e) e della norma costruttiva (m)  compongono ciascuna delle logiche di sviluppo come  abbiamo osservato al  punto 1.1.7)

Per passare al lato quantitativo dell’equazione specifico attraverso i trascendentali  i termini dell’equazione  in modo che essa giunga a questa formula (esplicitata  solo in PR)

ossia PR sarà = ad 1  quando il rapporto quantitativo tra PRe e Prm sarà costante, all’aumentare dell’uno aumenta anche l’altro

dove il valore di  k può essere positivo o negativo in relazione al suo valore ontico o salvifico e viene  determinato dalla evoluzione nel tempo  della “comunità” di appartenenza.

4) abbiamo fissato il modo di misurare il dinamismo. Precisando in un tempo 0 e  un tempo 1 … 2 … 3 .. i  momenti della misurazione di PRe  e  PRm otteniamo la misura del dinamismo

Nella costruzione di una equazione  questo sviluppo  operato per un solo elemento va esteso  a tutti sviluppandolo per  ciascun elemento, aggiungendo poi  le logiche di sviluppo che abbiamo chiamato mercato (MC) lato salvifico (S) ….  e via così.

1.2.8.1.1L’introduzione del fattore sintetico (mercato e famiglia)

Questa prima stesura va completata con il fattore sintetico espresso dall’asse socialità-missionarietà presente tra famiglia e comunità e tra economia e società. Vediamo come

Portiamo il fattore Economia al denominatore

 

Ora è arrivato il momento di aggiungere il fattore di sintesi che inizialmente abbiamo chiamato Mercato. Ora però, avendo dettagliato la formula, il fattore di sintesi socio-economico si distingue nel suo lato sociale e nel suo lato economico. Manteniamo il termine Mercato per il fattore economico mentre aggiungiamo le “logiche di sviluppo” che operano la sintesi tra comunità e famiglia. Aggiungiamo perciò la cerniera di sintesi che funziona da forma ( e quindi va posta al denominatore) che descriviamo con la sigla MC come Mercato tra Società ed economia e DN come dinontorganismo tra comunità e famiglia.

Illustrazione 22: L’asse Socialità-Missionarietà si trova tra SocietàSC e EconomiaEC e inoltre  tra FamigliaFM e ComunitàCO. É forma delle rispettive realtà e possiamo chiamare il primo Mercato(MC) e il secondo Ideoprassi dinontorganica(DN)

 

 

 

In questa equazione perciò EC, SC, CO, FM, RI, ST, PR rappresentano i trascendentali della parte (e) ed (m), mentre MC e DN rappresentano i trascendentali (s) e (mi).

1.2.8.2L’espansione nello spazio

Abbiamo notato fin dall’inizio come dal punto di vista  delle “logiche di sviluppo” sia l’asse socialità-missionarietà ad operare la sintesi

Illustrazione 23: l’asse socialità-missionarietà opera la sintesi tra cicli diversi

 

 

La sinesi può essere operata tra cicli di medesima razionalità ma  gestiti da soggetti diversi. Per esempio, nell’ unico  ciclo economia sono in azione contemporaneamente ed in forma ciclica Investimento privato (I) ed investimento pubblico (G) e consumo privato (C).

L’asse socialità-missionarietà evidentemente li sintetizza tutti nell’unica economia. Questa è la dimensione nello “spazio”  dell’ente dinamico, perché la dimensione di investimento  privato (I) si può analizzare ulteriormente nelle sue componenti sino ad  specificarla, di analisi in analisi,  alla singola azienda

 

Ma come appare questa diversità nell’equazione a cui stiamo tentando di far tradurre  l’ente dinamico?

I vari fattori sono collegati dall’operatore “+” così, per esempio, qualora dovessimo sostituire il dinamismo di mercato espresso dall’equazione “IS LM” alla nostra equazione, MC si trasformerebbe in questo modo

 

 

1.2.8.2.1Il completamento

A questa ultima formula ottenuta aggiungo il lato salvifico,

 

Illustrazione 25: La formula generale va completata con le logiche di sviluppo che rappresentano il lato salvifico e che  permeano ogni parte

 

 

a cui segue poi

la trasformazione dei singoli fattori in indici adatti alla singola situazione. Per esempio  l’autoattivazione di SC …  potrebbe essere  il numero dei figli per coppia ….  o può essere il CapitaleSociale  nel senso sociologico di  Donati…

 

Semplifico.. eccetera …

 

 

 

Abbiamo terminato, anche se l’equazione non è completa perché il nostro intento era specificare come fosse possibile, anzi come sia NATURALE passare dalla metafisica al calcolo matematico del punto di equilibrio dei processi, e quindi agli indici necessari alla percezione ed al governo della Realtà Storica o di una sua componente.

Nella terza parte ci sarà un esempio calato nella pratica di un’azienda sanitaria.

 

 

 

 

 

 

Con quali parametri è possibile  misurare un’azienda sana?

 

 

 

I parametri per misurare un’azienda sana sono universali e per questo motivo generali. Definiscono logiche di sviluppo che proprio per questa generalità sono riconoscibili da qualsiasi azienda che è “costretta” a viverli dalla natura stessa delle cose.

 

 

 

 

 

1.2.9Forma-materia e il metodo per semplificare la ricerca degli indici

Quale contenuto hanno i singoli fattori  PRe, PRm,…SCe, Scm,…?

1.2.9.1Il metodo per determinarlo

Le fondamenta ontologico-dinamiche (ossia delle logiche di sviluppo) sono predeterminate  dalla realtà che poggia sulla fusione del ciclo sociale con quello economico.  Ciascuno dei cicli come sappiamo ha un lato forma e un lato materia:

  • il lato forma è rappresentato da socialità e missionarietà,
  • il lato materia da educatività e moralità

 

 

Illustrazione 26: Le logiche di risparmio e di mercato (socialità e missionarietà) sono forma di qualità della vita e della famiglia cellula sociale (educatività e moralità)

 

 

 

Poiché conosciamo il contenuto logico dell’una e dell’altra parte nonché il modo di descrivere la relazione forma materia, con l’aiuto della tabella organico-dinamica sottostante possiamo descrivere i singoli indici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1.2.9.2La tabella organico dinamica

Già abbiamo visto il “materasso” di logiche di sviluppo che origina dalla necessità di realizzare ogni parte della realtà sociale. Ogni casella

  1. è sempre parte di due cicli, uno orizzontale e uno verticale,
  2. ciascuno di questi cicli 12 è composto di quattro qualità fondamentali (educatività, moralità, socialità, missionarietà)
  3. ciascuna di queste qualità “si adatta”  per realizzare la realtà in cui si trova
  4. la chiave è mentre-anche per la compartecipazione dei trascendentali analitici personali.  Ad esempio: mentre genera unificazione nelle famiglie  anche non può fare a meno di generare unificazione  delle risorse.
  5. La chiave  è “ si incontra con ”  per l’attivazione dei trascendentali analitici di socialità… e  “ al fine di ” e successivamente “ la cui logica di sviluppo è necessariamente ” per la missionarietà. Ad esempio: il necessario  sviluppo di unificazione ontologica delle famiglie si incontra con   la necessità di formazione comunitaria dell’azienda al fine di   generare famiglie-cellula, la cui logica di sviluppo è necessariamente generare processi di

 

 

Conclusioni

Quanto illustrato sino ad ora è un ente dinamico quindi in perpetuo miglioramento.

Aggiungiamo una nota finale per evidenziale una caratteristica importantissima presente nella realtà in relazione alla sua caratteristica di universalità e al suo rapporto con il cristianesimo.

Quale è l’economia giusta? L’economia di comunione o quella effettuata dalla compagnia delle opere? Quella dei legionari di Cristo o quella di Banca Etica?….

Tutte vanno bene perché tutte si inseriscono nel panorama universale in un punto che è legato al  carisma specifico di chi la propugna , parti di un tutto che sta crescendo ma diventerà organismo quando si riconoscerà nel panorama generale.

i

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

 

Condividi:


Seguici e commenta su Twitter

Seguici e commenta su Facebook

Autore: Redazione 25 apr, 2024
Il filosofo o lo studioso che si occupa di realismo integrale diviene di necessità anche un apostolo, perché l’impegno con l’essere della realtà storica lo rende persuaso della necessità della cultura-conoscenza come via necessaria all’azione politico-sociale [1] . E’ con questo spirito che mi accingo da filosofo non accademico a ripercorrere, con gli adeguati riferimenti bibliografici, i contenuti della relazione che ho tenuto un po’ a braccio il 21 marzo 2024 alla Pontificia Università Salesiana in occasione del convegno “ Tommaso Demaria: uno sguardo organico-dinamico sulla storia e sulla società .” L’essere della realtà storica appena accennato ci introduce al tema essenzialmente nuovo inaugurato da don Tommaso Demaria, essenzialmente diciamo ma non fenomenicamente poiché da questo punto di vista l’intuizione di molti ricercatori, per quanto non ancora riflessa a sufficienza, ha condotto molti a rendersi conto che il mondo in cui viviamo appare come una realtà globale, unitaria, interconnessa e in grado perciò di muoversi secondo logiche proprie e inesorabili che sfuggono perfino al controllo dei singoli potenti di turno. Discipline come la sociologia, la psicologia, le scienze dell’organizzazione ma anche la stessa economia rilevano da anni il fenomeno, tuttavia ancora manca alla cultura dominante una visione completa capace di dar conto di tutti gli aspetti in campo: materiali, relazionali, spirituali e metafisici. Lo scopo di questo discorso è quindi quello di stimolare una coscienza intorno all’essere della realtà, perché prima di agire occorre pensare e prima di pensare occorre essere, rendersi conto di essere e di vivere accanto ad altri esseri, perché l’essere precede l’agire non solo personale ma anche comunitario. Il percorso si articola in cinque passaggi che sono invero cinque domande: Di quale essere stiamo trattando? Una società ateo-materialista è in grado di prosperare o almeno sopravvivere? Cosa sono il pensiero unico, i grandi resets e il nuovo ordine mondiale di cui tanto si sente parlare? La ideologie sono tutte negative come tali oppure si deve tener conto del loro contenuto di verità? Possiamo indicare delle vie concrete? Sembra la prima una domanda fuori tempo massimo: a chi può mai interessare oggi un discorso sull’essere o sulla vita? La società liquida con i suoi deliri ha fatto evaporare ogni punto di riferimento stabile, ogni riscontro oggettivo: tutto cambia, tutto muta, tutto scorre, al più si può dire che tutto l’essere è il divenire stesso. Eppure la nebbia di una cultura nichilista pervasiva e invadente come quella moderna (per non dire modernista) non riesce a sopire completamente l’esigenza di essere, di senso e di significato che si scopre ancora incardinata nel cuore di ogni uomo. L’esperienza quotidiana carica di problemi enormi e di enormi opportunità ci catapulta nostro malgrado in un fluire di vicende storiche che non riusciamo a dominare e nemmeno a capire ma che in qualche modo contribuiamo a generare; il mondo va avanti anche con il nostro spesso inconsapevole sostegno e con logiche proprie; le leve del comando sono impersonali, occulte, segrete eppure reali, assegnate in modo oscuro ma lucido a guide concrete ma provvisorie e solo funzionali al perpetrarsi di un mondo che in fondo non vogliamo: la guerra torna a bussare inaspettata alla nostra porta. In questa profonda esigenza di essere, legata ad un perenne senso di malessere per un mondo che non capiamo, assume di nuovo un valore epocale tutta la riflessione di Demaria sulla Realtà Storica, tornando così potente, attuale e anzi necessaria. Quella che un tempo fu l’intuizione di un geniale metafisico oggi è esperienza concreta di molti uomini: la realtà storica appare davvero come un essere capace di vivere a agire a titolo proprio. La portata di questa intuizione comporta la richiesta teoretica di un’adeguata giustificazione: non ci può bastare il solo dato fenomenico anche se ormai di per sé evidente. Giustificazione che però non è possibile affrontare qui, ci basti per ora solo rilevare che alla griglia degli esseri oggetto della metafisica tradizionale e cioè l’uomo, la natura e Dio vi si aggiunge appunto anche l’essere della realtà storica che diventa tale, secondo il salesiano, a partire dalla rivoluzione industriale, imponendosi per di più come organismo dinamico vivo e perciò capace di vivere a agire a titolo proprio. [2] Sono affermazioni importanti che suscitano curiosità ma anche timori: se la realtà storica vive agisce a titolo proprio dove va a finire la libertà umana? La libertà, proprietà inalienabile della natura umana, è un bene prezioso e un dono esclusivo che ogni uomo e anche ogni società hanno ricevuto per scegliere cosa fare di sé stessi. Essa è talmente necessaria che la realtà storica come tale la esige a livello essenziale anche se purtroppo a livello esistenziale può accadere ed accade di fatto che la storia, animata da logiche contrarie al suo vero dover essere ontologico, finisca per negarla, reprimerla o falsarla, assoggettandola a scelte mortifere anziché vitali. Così avviene che se la realtà storica assume logiche contrarie alla sua vera natura e ciò avviene proprio in ragione della libertà umana, anche la comprensione di tutti gli altri esseri ne risulta influenzata e perfino deformata: la persona diventa fluida oppure un ingranaggio, la natura sfruttata o divinizzata, il Dio Creatore rifiutato o umanizzato, con enormi conseguenze sul piano dell’agire collettivo. Comprendere il vero dover essere della realtà storica diventa perciò imperativo decisivo proprio per poter orientare alla convivenza libera e funzionale la vita di miliardi di persone. Il negare questa prospettiva ci espone nostro malgrado ad un agire inconsulto e senza prospettiva e a lasciarci dominare dalla logica bruta di una materia orfana della forma vera, materia che per surrogazione finisce per alienare sé stessa nel ruolo di forma in una prassi senza senso perché in fondo senza retta dottrina, come direbbero i metafisici realisti di un tempo. Per questa via gli stessi cristiani e gli uomini di volontà buona [3] (cioè volontà orientata al bene) vanno a servire inconsapevoli la costruzione della società fondata sul materialismo che, secondo il salesiano, è l’anticamera dell’ateismo prima ontologico e poi religioso [4] . A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che in fondo questo non è necessariamente un male, in fin dei conti anche le società ateo-materialiste, che sono quelle ormai realmente esistenti, possono funzionare se non bene almeno in modo accettabile. L’evidenza storica ci palesa tuttavia senza sconti che non è così e con questa affermazione iniziamo a rispondere alla seconda domanda. Gli “organismi mostro” incarnati dai sistemi capitalisti e comunisti e dai loro discendenti modernisti, fondati sull’assoluto ateo-materialista e così denominati da Demaria nel suo lungimirante testo La società alternativa [5] , stanno manifestando di nuovo oggi la rinnovata ferocia delle loro false premesse. In qualche modo essi vivono sempre a scapito di qualcos’altro: la natura, i poveri, la libertà, Dio stesso. E se queste società potessero anche risolvere (ma non possono!) gran parte dei problemi materiali che ci affliggono, resterebbe strutturalmente irrisolto il senso dell’esistere umano che fatalmente, rinchiuso nell’alveo della materia bruta, si tradurrebbe in un dramma suicida invece che in un’epica maestosa. E’ in questo clima illusorio che oggi si discute molto di pensiero unico, di grande reset, di nuovo ordine mondiale . Intanto mi viene da chiedere, perché cancellare tutto? Forse perché siamo talmente pieni di debito economico a livello mondiale che solo la sua cancellazione, con l’aiuto magari della guerra, può permettere di ripartire? E un’ipotesi che mi pare folle ma anche brutalmente realistica. Il martellamento mediatico proveniente da sponde spesso opposte ci dice altresì che non c’è una sola idea di “reset”, né una sola proposta di “pensiero unico”. Ce ne sono varie e in concorrenza tra loro, che si accusano a vicenda di complottismo, di seduzione, di violenza: capitalismo green, socialismo arcobaleno, socialismo capitalista, imperialismo misticheggiante (se non direttamente ateo-materialista almeno con un errato rapporto spirito/materia). Sono tante le prospettive di “Unico Ordine Mondiale” che si propongono come salvifiche. Ma tutto questo non è una novità , ciò che è cambiato sono solo le etichette, i nomi, le parole, ma la realtà che sottendono è sempre la medesima, quelle esplicitata dal nostro Demaria. L’esigenza di un nuovo ordine mondiale e di pensiero unico non sono che la riedizione aggiornata di quella pletora di ideologie, pseudoideologie e paraideologie che dalla rivoluzione industriale in poi cercano di dare un ordine al caos di una prassi diventata dinamica. Esse si scontrano, si fondono, si camuffano in un susseguirsi di morti e rinascite fino ad arrivare all’esito forse finale, denunciato da Benedetto XVI dell’ideologia del relativismo, che tutte le nega ma solo in fondo per affermare sé stessa, la più dogmatica. Ecco che quelle moderne, afferma Demaria, non sono più solo lotte fra popoli o nazioni ma lotte fra ideologie o meglio lotte fra ideoprassi. E in questa lotta reale per prevalere l’una sull’altra manifestano anche il loro tratto comune che le identifica e le inchioda: sono tutte prassi ontologicamente ateo-materialiste! Le uniche, ed è la storia a dirlo, che sono state in grado di portare l’umanità fin sull’orlo dell’auto-distruzione attraverso soprattutto la possibilità, oggi tornata concreta, della terza guerra mondiale nucleare. Eppure non si può fare a meno di una ideologia, cioè di una visione organica, integrale e coerente della vita umana che sappia coordinare l’agire di miliardi di persone; l’alternativa ad una qualche forma di ordine, ad una sorta prassi razionalizzata non è che la prassi selvaggia e il caos [6] . E’ stato questo l’intento della vita di Karl Marx ma anche dello stesso Adam Smith e di altri studiosi: scoprire la logica interna della storia. E cosa hanno concluso? Che la storia è materia che diviene o natura che evolve e che il cuore di questo divenire è l’economia la quale così è stata assunta non solo come base materiale della società ma anche come sua principale base spirituale. Analisi insufficiente, colma di pregiudizi, guidata da strumenti metafisici inadeguati, per cui è stato subordinato o separato lo spirito dalla materia e strutturalmente negata la soprannatura a favore della sola natura: direttamente attraverso la persecuzione violenta diretta o indirettamente attraverso la seduzione e l’occupazione di spazi e tempi. Secondo il nostro salesiano, il loro errore come quello di molti che li hanno seguiti e riaggiornati è stato proprio quello di aver posto come base spirituale della società una base che è solo materiale, l’economia appunto e di aver completamente o anche solo parzialmente ignorato il valore ontologico degli enti naturali a partire dall’uomo. Di qui l’ambizioso proposito del sacerdote piemontese di scoprire il vero logos nascosto all’interno della realtà storica. E’ questo un passaggio decisivo da comprendere profondamente: l’approdo al vero Assoluto della storia riconosciuta come realtà non è la composizione ordinata di un insieme di valori etici scelti in modo arbitrario, né il risultato di una rivelazione religiosa e nemmeno l’applicazione di una qualche dottrina costruita a priori a tavolino, è invece l’esito di una indagine metafisica rigorosa, coerente e completa che a partire dal dato di esperienza storico ci porta per esplicitazione, cioè attraverso una sorta di mostrazione [7] aristotelica, a scoprire il dover essere ontologico della realtà storica, dover essere che Demaria chiama tecnicamente essenza archetipa [8] . Questa ricerca del vero logos comporta inevitabilmente il confronto con la verità, la sua comprensione e la sua accettazione con tutti i rischi che questo comporta: la verità è più grande, nessuno possiede la verità, la verità bisogna servirla etc… Tutte espressioni che “i prudenti” giustamente manifestano per sottolineare la portata del problema ma che non lo risolvono anzi talvolta lo acuiscono cedendo spesso anche senza disputa alle “verità” sostenute da altri. A tal proposito Demaria infatti scrive: “ non si tratta né di una contrapposizione manichea, né di un accaparramento trionfalistico della verità. La verità bisogna servirla, ma per servirla bisogna conoscerla e riconoscerla […] non c’è insulto peggiore alla verità che rinnegarla o misconoscerla, col pretesto antitrionfalistico, di chi vi contrappone il proprio io con il sofisma dell’eterna ricerca ” [9] . Prosegue il Nostro: “ Oggi si preferisce il fare al pensare. Più che alla verità, che con falsa umiltà si proclama di «non possedere», si crede all'attività, ad un qualsiasi attivismo, riassorbito nell'attività personale con un totale rifiuto della sua rifusione razionale e cristiana nella prassi, anche se poi la presunta attività personale viene abbandonata alla deriva di tutte le prassi [10 ] .” E ancora: “ il discorso sulla verità oggi è impopolare. Si prova una certa nausea esistenzialista e pseudodemocratica nei suoi confronti. Si ha l’impressione o la convinzione che la verità sia diventata sinonimo di dittatura intellettuale, mentre l’errore sarebbe sinonimo di libertà e democrazia. [11 ] ” Richiami forti quelli demariani ad un impegno intellettuale coraggioso che pur nell’umiltà dell’approccio, teso ad evitare la tentazione arrogante di una saccenteria intellettuale, inclina deciso alla sfida della ricerca metafisica realistica integrale, opponendosi così alla non meno grave tentazione di una pusillanime rinuncia a priori. Ma quale può essere il criterio per individuare l’ideoprassi vera , il logos nascosto nel libro della storia che completa quello del libro della natura? [12] E’ questo se ricordate il quarto quesito proposto all’inizio. Demaria risponde schiettamente a questo interrogativo: “ Il problema della verità dell’ideologia si pone alla sua radice. Passa dalla prassi all’ideologia; dall’ideologia alla metafisica; e da una metafisica qualsiasi a una metafisica dinamica. Con ciò torna il problema di fondo: qual è la verità? Qual è la metafisica vera? […] la metafisica dinamica falsa è quella che genera un’ideologia ateo-materialista come anima della prassi; e la metafisica dinamica vera è quella che genera una ideologia come anima della prassi, non ateo-materialista […] che equivale all’affermazione dell’assoluto teo-spiritualista [13] ”. Sembra un continuo rimando ma di fatto non è possibile individuare l’assoluto vero della realtà storica, cioè quello teo-spiritualista, senza un’adeguata metafisica che per Demaria non può che essere la metafisica realistico integrale, ogni altra metafisica dinamica invece conduce all’assoluto ateo-materialista anche se a professarla è un credente, e quand’anche una metafisica dinamica non realista volesse escludere l’approdo ateo-materialista si fermerebbe a metà strada o peggio trascinerebbe alla meta che credeva di rinnegare [14] . Dai frutti conoscerete l’albero è l’insegnamento che porta a questa certezza. Ma per quale ragione è proprio quello teo-spiritualista l’assoluto vero della realtà storica? Qui il discorso giunge al suo compimento e trova la sua trattazione piena nel secondo dei tre volumi della trilogia. La constatazione è che la Realtà Storica è un ente vivo la cui forma non può che essere viva, una forma materiale inerte infatti non potrebbe che essere morta e restare morta. Forma viva e anche libera. Le uniche forme con queste caratteristiche sono la forma umana e quella divina, ma la forma umana non può che animare enti dinamici fenomenici e contingenti e non può in alcun modo rendere conto né di sè stessa, né di tutta la realtà creata. L’immediata e spontanea percezione metafisica dell’essere creaturale , a partire dal proprio io, è invece l'esperienza prima che mostra ad ognuno la propria insufficienza ad esistere da sè e rimanda quindi in modo razionale alla necessità dell'esistenza di Dio Creatore [15] ; senza questo fondamento trascendente tutto l’impianto metafisico realistico integrale fin qui presentato, resterebbe privo del necessario Garante [16] . L’unica forma viva perciò capace di dominare tutta la realtà passata, presente e futura sia naturale che storica non può che essere una forma divina; forma divina che per poter dominare la storia rispettandone la libertà deve poter agire dal di dentro e perciò essere ad un tempo non solo trascendente ma anche immanente, da cui l’approdo metafisico all’assoluto teo-spiritualista [17] . Ciò comporta in prima battuta per la forma sociale vera i tre presupposti negativi della non subordinazione dello spirito alla materia, della non separazione dello spirito dalla materia e della non separazione della natura dalla soprannatura [18] e in seconda battuta i suoi presupposti positivi e cioè la sua universalità, necessità, assolutezza e attualità [19] . Ho delineato in estrema sintesi il percorso filosofico demariano cui appartengono conseguenze pratiche impressionanti, la più importante delle quali è questa: senza adeguato strumento metafisico è impossibile mobilitare nella storia l’ideoprassi vera, non è cioè possibile la costruzione di una convivenza umana veramente funzionale. La metafisica assume così il suo valore concreto postulato nell’ultimo dei quesiti che ho posto all’inizio di questo lavoro. La prima, concreta e vitale esigenza è per questo motivo la formazione permanente di metafisici realistico integrali capaci di indirizzare la costruzione della società e per ciò è necessario e non più rimandabile una cattedra universitaria specifica di metafisica realistico integrale e a cascata di ideoprassiologia. Per questa via anche politica ed economia troverebbero il loro metodo e gli operatori economici, a partire dagli imprenditori, guide sempre più adeguate. La piramide dei bisogni materiali, relazionali e spirituali soprannaturali individuata anche dai più acuti economisti [20] , riceverebbe una solida pezza d’appoggio metafisica con il giusto indirizzo per evitare perniciose deviazioni verso false sirene progressiste o di contro verso ristagni statici economicamente insostenibili e impotenti a resistere al costruirsi dinamico della storia. La cultura della vita (statica e dinamica), della famiglia stabile, degli autentici valori umani, del rapporto oggettivo con le altre religioni, della libertà a servizio del bene, della persona come cellula viva attiva del corpo sociale, dell’autentica convivenza umana pacifica a livello universale avrebbero non solo diritto di esistenza sul piano culturale ma anche un concreto rilancio efficace. [1] T. Demaria, 2° Vol.,Metafisica della Realtà Storica, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 188. [2] T. Demaria, Metafisica e Metodo, da raccolta articoli rivista Nuove Prospettive. [3] S. Fontana, La sapienza dei medievali, Fede&Cultura, Verona 2018, p. 134 [4] T. Demaria, La Società Alternativa, Ed. Il Segno, Verona 1982, p. 15 [5] T. Demaria, La società Alternativa, ed. Il Segno, Verona 1982, p.19 [6] T. Demaria, Cristianesimo e realtà sociale, Ed. Villa Sorriso di Maria, Varese, 1959, p.47: “cosa è l’idelogia: è la visione dinamica, sintetica e concreta della vita e del mondo che si traduce nella teoria della pratica e nella pratica della teoria!” [7] G. Reale, Guida alla lettura della metafisica di Aristotele, Laterza Bari, 2004, p. 33 [8] T. Demaria, 1° Vol. Ontologia realistico-dinamica, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 165 [9] T. Demaria, 5° Vol. Sintesi Sociale cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 12 [10] T. Demaria, 5° Vol, Sintesi Sociale Cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 407. [11] T.Demaria, 4° vol. L’ideologia cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 232 [12] T. Demaria, Sinossi 1984, dispensa convegno Roma, 1984, p.10 [13] T.Demaria, 4° vol. L’ideologia cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 234 [14] Ivi, p. 235 [15] T. Demaria, 2° Vol, Metafisica della realtà storica, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 200- G. Zamboni, La persona umana, Vita e Pensiero, Milano 1983, p. 485 e 487. [16] T: Demaria, La società alternative, ed. Il Segno, Verona,1982, p. 18 [17] Ivi, p. 226 [18] T.Demaria, 5° vol. Sintesi sociale cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 272 [19] T.Demaria, 5° vol. Sintesi sociale cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 278 [20] Si veda relazione del prof. Zamagni in https://www.nuovacostruttivita.it/quali-scienze-sociali-per-il-cambiamento-depoca in occasione del convegno online di Nuova Costruttività, il 20 ottobre 2022: Quali scienze sociali per il cambiamento d’epoca.
Autore: Luca Cipriani 14 apr, 2024
Un inedito convegno sul ruolo dell'impresa dinontorganica
Autore: Luca Cipriani 14 apr, 2024
A Gioia del Colle un convegno inedito sul ruolo dell'impresa dinontorganica per un nuovo modello di sviluppo
Il ruolo dell'impresa dinontorganica per un nuovo modello di sviluppo
Autore: Luca Cipriani 09 apr, 2024
Il ruolo dell'impresa dinontorganica per un nuovo modello di sviluppo
Tommaso Demaria-Uno sguardo organico-dinamico sulla storia e sulla società
Autore: Luca Cipriani 04 apr, 2024
Tommaso Demaria-Uno sguardo organico-dinamico sulla storia e sulla società
Autore: antonella.mele 22 mag, 2023
26 e 27 Maggio Auditorium Fiera di Verona per "L'impresa di Francesco"
Autore: antonella.mele 03 dic, 2022
Filosofia, Pensiero Organico-Dinamico e Cambiamento d'epoca
Autore: antonella.mele 20 ott, 2022
Sono online le registrazioni del 7 Ottobre
Autore: antonella.mele 21 set, 2022
Sono Online le registrazioni dell'incontro del 7 Settembre
Altri post
Share by: