Genesi degli indici di sviluppo del nuovo modello

admin • mag 01, 2012

 

Questa parte è la prima parte delle tre che compongono la misurazione  del dinontorganismo.  Questo intervento risponde sostanzialmente a tre domande

  1. Quale è il legame tra metafisica ed econometria (c’è ed è profondissimo)
  2. Quali parti compongono un indice in grado di misurare il  buon funzionamento (dinontorganismo) della realtà storica
  3. in che relazione è la struttura della realtà storica con le religioni ( il cristianesimo)

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1.   La misurazione del Dinontorganismo

Non è cambiato nulla! Subito dopo che Newton aveva scoperto la gravitazione universale non era cambiato proprio nulla, un contadino avrebbe detto: Quello lì lo pagano per scoprire perché le mele cadono per terra????. Grazie a Dio questo è proprio questo il problema della metafisica realista, scoprire senza inventare nulla. Quanto all’utilità …

Introduzione

La metafisica realistico dinamica in quanto scienza  è chiamata la “ matematica dello spirito ” perché tutto è dimostrato ma anche  tutto è concatenato. Non è possibile proseguire se non si è compresa l’introduzione, galleggerebbe nel nulla, sarebbe un atto di fede. Prendiamoci perciò il tempo per questa prima breve riflessione condotta a livello molto pratico, quasi scherzoso. Rispondi perciò alle domande del “test”

  1. 1.                       Cosa ha a che fare la metafisica con l’economia?

Per scoprirlo cerca di capire qual’è il mestiere della persona che ha scritto queste affermazioni.

“Cominciamo dal primo aspetto: vale a dire,dalle funzioni della moneta. La moneta assolve, infatti, a tre funzioni essenziali , dato che è:

  • Mezzo di pagamento
  • Unità di conto 
  • Riserva di valore”

È un filosofo od un economista che scrive?

 

 

  1. 2.                       Cosa “aggiunge” l’econometria all’aspetto ontologico?

Ancora ci aiutiamo con un testo

“Per domanda di moneta che indicheremo qui di seguito con L si intende la quantità di moneta detenuta in media dal pubblico: vale a dire, dalle famiglie e dalle imprese. Per calcolare la domanda di moneta in un dato periodo di tempo-per esempio in un dato mese dell’anno- si somma il valore del circolante (i biglietti bancari e e le monete metalliche) detenuto dalle famiglie e dalle imprese l’ammontare dei depositi (i conti correnti tenuti presso le banche ordinarie) e si divide poi la grandezza così ottenuta per il numero di giorni del mese preso in esame (ad esempio 31 se si tratta del mese di gennaio) in questo casi si ottiene una stima della quantità di moneta domandata giornalmente dal sistema economico [2]

Evidenza: Economia e Metafisica Realistico Dinamica sono fuse “fin da principio”

  1. 3.                       Come migliorare l’economia e l’umanità costruendo un nuovo modello?

a)      Ogni evidenza mostra che l’economista per costruire una qualsiasi teoria od equazione deve fare il filosofo-ontologo, anche se oggi utilizza un filosofare “spontaneo”.

b)      Economia e ontologia realistico dinamica sono fuse fin dall’inizio, per necessità

c)      Quindi non siamo estranei ma collaboratori per necessità e non solo per costruire una società eticamente  più giusta, ma per costruire un’economia funzionante nel lungo periodo

d)     … dobbiamo lavorare insieme, il miglioramento del modello economico passa da un cambiamento/miglioramento della metafisica che lo fonda

I prossimi paragrafi cercheranno di realizzare questa  constatazione, ovviamente dal lato ontologico.

 

Evidenza: Misurare il “nuovo modello di sviluppo” richiede l’opera congiunta di metafisica riflessa  ed economia

 

 

1.1    A partire dalla crisi

1.1.1   Crisi “2007”, la saturazione e il mutuo ci insegna che erano in contrasto tra loro le regole di sviluppo

 

Il mutuo sulla casa  da una parte persegue la saturazione di mercato con  l’abbassamento di valore di tutti gli immobili,  dall’altra  prevede  che  il mutuo si appoggi  per decine di anni sul  valore della casa, e quindi che il valore  della casa sia “costante” o in aumento. Le due razionalità sono opposte [5] , non componibili e quindi hanno causato quello che hanno causato.
Al di là delle responsabilità, dal  punto di vista metafisico, possiamo perciò osservare come causa prossima le regole di sviluppo del mercato e quelle della finanza tra loro  incompatibili. Le regole di sviluppo sono ciò che ci interessa in particolare perché determinano il futuro dell’economia e del mondo. L’economia  è fondata sulle regole di sviluppo, il compito di un economista è rilevarle, coordinarle e misurare il risultato da esse prodotto, almeno per quanto è possibile.

 

La struttura socio economica della realtà storica.

Il primo “approfondimento” riguarda la “saturazione di mercato”  caratteristica che riguarda lo sviluppo della società (che non abbisogna più di case) e  non lo sviluppo della struttura economica (che è ancora in grado di produrle).

Questa  crisi ci insegna che la  globalizzazione è sostenibile quando persegue  il controllo sullo sviluppo  di entrambi i processi fondamentali che sostengono il pianeta

  1. la gestione della “ rivoluzione industriale ” in funzione dello sviluppo  sociale globale, in questo  modo si mantengono 6 miliardi di persone
  2. la gestione dello sviluppo sociale globale in senso vitale e vitalmente operante, in questo modo  si perpetua la generazione della vita.

1.1.2   Crisi “2007”, il fattore assente era il controllo sviluppo sociale e la sua relazione con quello economico

              Illustrazione 2: gli indici sono il     “riassunto” di osservazione metafisica e valutazione quantitativa

Il controllo di un entità così enorme non viene rilevato dai sensi ma solo dagli indici. Le regole di sviluppo sono correlate  agli indici di sviluppo: l’osservazione di norma viene trasformata in  dati  e gli indici non sono altro che il metodo di elaborazione dei dati con cui misuriamo  il nostro successo o insuccesso. Gli indici  sono logiche ammantate della matematica necessaria alla misurazione. La cosa che salta all’occhio osservando gli indici macroeconomici è la mancata considerazione delle linee di sviluppo comuni a società ed economia produttiva.

 

Anche osservando attentamente l’equazione “del PIL”  non si vedono gli effetti sociali  nel  lungo periodo o gli effetti degli investimenti. Ciò che misuro è semplicemente la capacità della società di generare  risorse e la capacità dell’economia di produrre investimento che genera risorse.

Tutto il problema dei bond subprime americani non trova in questa equazione nessuna possibilità di considerazione, anzi, inizialmente, aumenta il parametro I 0  tanto che il 50% del PIL era legato all’industria immobiliare.

La produzione di questi indici “misti” socio-economici fonda  la correlazione tra macro e microeconomia.

 

1.1.3   Obbiettivo economico sociale: globalizzazione sostenibile

Il trattato di Marakeech del 1994(WTO) ha sancito ufficialmente la necessità di globalizzazione  che si trova da sempre all’interno della società industriale. Poiché abbiamo visto il legame inestricabile tra società ed economia (cfr. la saturazione),  la correlazione  tra   società ed economia fa di questo trattato anche un trattato sociale al di la dell’intenzione dei 153 paesi c he l’anno firmato.

Inoltre, poiché l’economia industriale esiste solo in quanto esiste la società umana, ne viene di conseguenza quello che osserviamo tutti i giorni: LA GLOBALIZZAZIONE SOSTENIBILE è QUELLA CHE GENERA E MANTIENE LA VITA UMANA E DEL PIANETA.

Posta questa evidenza a base di tutto, ciò che ne consegue è che gli indici che dobbiamo individuare per “sistemare il capitalismo”  in crisi  mi devono mostrare la situazione della “globalizzazione sostenibile”.

Questa necessità ad un tempo di realizzazione e di misurazione di quanto realizzato si riflette anche nella struttura degli indici che,

  1. devono misurare la globalizzazione sostenibile , e quindi la presenza si regole di sviluppo unificanti
  2. devono effettuare  la misurazione  sia sociale che economica
  3. devono essere correlati  e universali (globalizzati e globalizzanti) in quanto riguardano tutta l’attività umana
  4. devono mostrarmi la salute di ciascuna delle attività che costituiscono il processo di globalizzazione sostenibile ( o dinontorganica)

                 Illustrazione 3: Gli indici di sviluppo      devono essere correlati, universali, concreti

 

1.1.4   Globalizzazione sostenibile sviluppo economico contemporaneo allo sviluppo sociale

La globalizzazione sostenibile può essere solo sintesi tra aspetto economico e sociale; posto lo sviluppo della  globalizzazione sostenibile a fondamento ne risulta che abbiamo  bisogno  di  controllare la coerenza tra sviluppo economico e sociale.

Constatata l’insufficienza degli  aspetti misurati oggi, il problema ci  impone di individuare quali sono gli aspetti da misurare veramente significativi: questi  aspetti hanno la caratteristica di  essere  correlati per natura a priori (ossia ontologicamente) tra loro. Il primo passo nella ricerca di nuovi  indici  è evidenziare questa correlazione.

 

1.1.5 Collegate a priori e significative sono le logiche di sviluppo che permettono il dinamismo

              Illustrazione 4: in ciò che si vuol     costruire, secondo la razionalità che si vuol realizzare

Come si costruisce una “logica di sviluppo”? Qualsiasi cosa si costruisca  in modo coerente ed univoco  si realizza  passo dopo passo da parte di un soggetto che agisce, a partire da ciò che si è già costruito e secondo la razionalità che deve realizzare. La costruzione ripete  perciò un ciclo preciso che ci è mostrato dalla illustrazione a lato: osservo ciò che devo realizzare (razionalità casa, = globalizzazione sostenibile), razionalità la situazione mi mostra la regola da realizzare (stato costruttivo del muro = regole di sviluppo ), dinamismo mi mobilito secondo le mie possibilità e i miei strumenti per costruire me e la globalizzazione , ente agente genero una mia azione  per la costruzione della casa = prassi …. il mattone che avevo in mano ha acquisito qualcosa di più ed è diventato casa, non è più uguale a prima ….. l’azione ha cambiato il muretto per cui esso, crescendo, indica una zona diversa dove posare il mattone. Anche la regola costruttiva concreta cambia per esempio  nel momento in cui arrivo a costruire le finestre, o quando mi metto a scavare il muro per far passare  delle tubature o l’impianto elettrico. …..  la corretta costruzione prevede che l’applicazione della medesima  regola generale mi  possa dare un risultato diverso. …. l’unica cosa che  non cambia e continua ad ispirare  tutto il resto è la razionalità che fonda tutta la  casa. L’attività è “ciclica” [6] solo  nel senso che il muratore della nostra illustrazione ripete i quattro passaggi necessari a realizzare la razionalità finale. Del resto, la ciclicità della costruzione  delle logiche di sviluppo non  è una novità: conosciamo anche nelle aziende un ciclo costruttivo simile  noto  come ciclo di Deming o PDCA [7] .

1.1.6   Collegate a priori sono le parti  del  ciclo di sviluppo “globalizzazione”

In che modo si unificano le logiche di sviluppo di società ed economia nella globalizzazione?

Un identico  processo  ciclico-costruttivo avviene nella globalizzazione sostenibile

  •   razionalità da realizzare (globalizzazione sostenibile)  che si concretizza
  •   attraverso il dinamismo ,
  •   un ente in cui realizzarsi e
  •  di una prassi realizzatrice.

Il dinamismo costruttivo  è presente su entrambi i cicli, la Rivoluzione Industriale e della Società Umana e questi cicli si sovrappongono nel soggetto in grado di attivare la prassi. Si tratta perciò di quattro cicli di sviluppo già oggi presenti  e co-agenti  che possiamo  osservare   tanto per la rivoluzione industriale, quanto per la comunità umana.  Infatti

  • La rivoluzione industriale  viene pilotata dal  dinontorganismo economico  (raz) che attiva lo sviluppo scientifico tecnico (din) che genera lo sviluppo aziendale (ente) che sostiene lo sviluppo della prassi economica (prassi). A sua volta lo sviluppo della prassi conclude il ciclo realizzando la “mission dinontorganica” e lo riattiva perché  la concretizzazione della mission consente di “ri”-attivare le regole di sviluppo  ad un livello più alto …
  • la società viene pilotata dal dinontorganismo  che attiva lo sviluppo familiare (raz din) che dinamizza a sua volta la società (din) che attiva l’economia industriale dell’azienda  in grado di mobilitare il proprio dinamismo comunitario (prassi). É il dinamismo comunitario che è in grado di realizzare la “mission” dinotorganica dell’agire familiare , che “ri”-attiva il dinamismo sociale ….   .
Illustrazione 5: Il ciclo che sorregge la      società e il ciclo che sorregge la rivoluzione industriale si incontrano      nell’ente che genera la prassi e hanno origine dalla medesima      globalizzazione sostenibile (o dinontorganica)

 

Inutile approfondire ora o giustificare, l’importante è rendersi conto che questi fattori  di sviluppo sono collegati a priori come logiche di sviluppo [8] dell’agire  in funzione della globalizzazione sostenibile che assume varie vesti: sviluppo  della  famiglia,società,economia e comunità, sviluppo di scienza-tecnica, aziende e prassi aziendale. Non importa chi sia stato, la crisi attuale è stata possibile perché sviluppo di società ed economia sono state scollegate.

Questi aspetti sono significativi perché parti costituenti la globalizzazione,  e quindi sono  parti costituenti del nostro indice .

1.1.7   Collegate tra loro sono i componenti degli stessi cicli

Ciò che costituisce la globalizzazione attuata da società ed economia  sono “logiche di sviluppo” come quelle osservate inizialmente nella crisi. Le logiche di sviluppo sono  inevitabilmente alla base tanto dell’economia industriale (cfr. Just in Time” utilizzata dalla Toyota) quanto della società.

              Illustrazione 6: autoattivarci e costruire     perché la sintesi con gli altri ci consenta di unificare e attivarci     nuovamente

Una singola “logica di sviluppo globalizzante” produce la sintesi tra modi di agire  di soggetti  diversi ed  è  misurabile

 

  • qualitativamente  per la sua presenza e
  • quantitativamente  attraverso il “punto di equilibrio”.

Trattandosi di una “logica di sviluppo” questa sintesi è possibile per la presenza di quattro qualità (o trascendentali dinamici)

  1. logica di attivazione (e)
  2. norma  costruttiva funzionale al tutto (m)
  3. attivazione della convivenza funzionale di sintesi (s)
  4. funzione costruttiva della ( struttura) sintesi (mi) di essere attivante

Il nostro obbiettivo oggi è quello di disegnare un panorama generale che ci metta in grado di comprendere come costruire degli indici, quindi oggi non vale la pena di approfondire  del perché questi aspetti sono solo questi, perché ciascuno di essi è ciclico, …

                 Illustrazione 7: Autoattivarsi (e) secondo      una norma costruttiva (m) sta alla base dell’agire, sintetizzare il      proprio sviluppo (s) di economia e società in funzione della      globalizzazione sostenibile (mi) è alla base della sopravvivenza umana(mi)


A noi basta osservare intuitivamente la loro qualità fondamentale, ossia di essere parti di un ciclo:  la necessità della “funzione costruttiva della sintesi (mi)” di essere in grado di unificare ed attivare le parti che la compongono.

 

Oggi null’altro ci serve per cui torniamo con la mente al nostro esempio iniziale della produzione di bond, e  osserviamo come  in effetti la caratteristica propria del processo che li ha creati e venduti (mi) era quella di attivare tanto il venditore (che avrebbe potuto generare liquidità per sè) quanto il compratore (che poteva avere la casa).

Ora di ciascuna parte del nostro indice  conosciamo anche i costituenti del processo costruttivo.

La globalizzazione  sostenibile    è costituita dai cicli economico e sociale  concretizzati dai piani dell’essere  che si unificano  nell’unico ciclo socio-economico attraverso   i trascendentali dinamici.

1.1.8   Collegato ai fattori ontico praxiologici c’è il fattore salvifico o di controllo di un ciclo

L’esperienza ci insegna che per mantenere in vita un ciclo  occorre anche un continuo controllo sulla correttezza della nostra costruzione rispetto alla “globalizzazione sostenibile”. Nel nostro esempio iniziale il controllo sulla correttezza era operato dalla banca in relazione ai propri dividendi e dalle agenzie di rating che misurano esclusivamente la solvibilità economica immediata  in relazione [9] al bilancio e non la sostenibilità nel lungo periodo del progetto. Il sistema di controllo è necessariamente presente negli indici, ha le stesse caratteristiche esposte fino ad ora, più quella  di essere  fattore comune [ii] tra gli enti che stanno sintetizzandosi tra loro attraverso (s) e (mi)

 

                 Illustrazione 8: la  regola di sviluppo di controllo   è necessariamente comune ad entrambi i      cicli, poiché nasce da socialità e missionarietà

 

Dal punto di vista qualitativo il sistema di controllo deve essere presente mentre dal punto di vista quantitativo il sistema di controllo sottrae risorse ma garantisce il risultato. Per non complicarci la comprensione del processo, il sistema di controllo non lo consideriamo in questa esposizione, pronti a riprenderlo alla prima occasione: lo osserviamo solo qui sotto nell’equazione che riportiamo constatando la sua presenza e  il fatto che nel calcolo quantitativo, per funzionare, esso “sottrae” risorse agli investimenti

 

 

1.1.9   Gli indici dinontorganici devono mostrare la buona salute di questo processo socio-economico

Progettando un indice attraverso questi criteri basati sulla “globalizzazione sostenibile” possiamo osservare qualsiasi parte del nostro processo, perché altre parti  di natura nelle logiche di sviluppo non ci sono.

Quali caratteristiche ha la struttura che abbiamo riconosciuto?

Le razionalità di sviluppo così concepite sono di natura solidale e sussidiaria in modo ontologico.

 

1.1.9.1  Struttura ontologicamente solidale

 

                 Illustrazione 9: Teniamo presente perché      questa costruzione produce è prodotta e produce la globalizzazione      sostenibile:  i cicli  di sviluppo sono collegati tutti tra      loro  o da un processo comune di      sintesi , oppure dal fatto che la medesima“razionalità di sviluppo”  muove due cicli contemporaneamente.

 

 

 

1.1.9.2  Struttura ontologicamente sussidiaria

I cristiani potrebbero domandarsi se questa struttura delle regole di sviluppo è anche sussidiaria [10].

                 Illustrazione 10: Il ciclo è la crescita      della parte fino al massimo delle sue capacità. La struttura è      intrinsecamente sussidiaria

 

 

Lo è perché il dinamismo essenziale e concreto è nel tutto e  in  ogni singola parte. Il fatto di  avere una parte dinamica (ciclo) significa chiederle di svilupparsi sino al suo limite essenziale, ossia quanto più possibile.

 

1.1.10                    La dialettica dinontorganica della globalizzazione sostenibile

L’individuazione dei componenti fondamentali della realtà storica e quindi degli indici per misurarla

e progettarla  è “terminata” .  Avere di fronte l’intero panorama ci consente di scorgere quella che è la diversità più rilevante tra natura ontologica della realtà storica  e capitalismo e ce le facciamo suggerire ancora dal  fatto iniziale: la crisi scatenata dalle regole di sviluppo contrastanti.

È  proprio la fusione trascendentale dei cicli a rivelarci la diversa dialettica, momento decisivo per la progettazione etica di economia e società

  •   mors tua vita mea [11] nel modello liberal-capitalista dove le regole di sviluppo per governare la Rivoluzione Industriale  prevedono che  il successo di una parte può essere ottenuto solo a scapito della morte dell’altra. In essa riconosciamo la logica che ha privilegiato l’interesse della banca il cui problema è “solo” il profitto  stabile per gli azionisti (up-front)
  •   vita tua vita mea nel dinontorganismo dove le regole di sviluppo  per governare la Rivoluzione Industriale coincidono con quelle della generazione della vita umana. In esso  la crisi di una parte manda in crisi l’intero sistema. Questa caratteristica unitaria della Realtà storica la possiamo riconoscere nella crisi stessa che oggi  stiamo vivendo, in cui la crisi del sistema finanziario ha coinvolto quello produttivo e quello della vita civile.

 


Per la compenetrazione dei cicli di sviluppo ( socialità e missionarietà sono in comune) solo la sintesi altruica può muovere la Realtà Storica: vita tua vita mea. La realtà rimane quella che è ma SI SVILUPPA in modo diverso.

 




[1]              Pag 480, 15.3 La domanda di moneta, Economia, I mercati finanziari e la domanda aggregata Gilberto Antonelli –Giulio Cainelli –Nicola De Liso – Riccardo Leoncini – Sandro Montresor

 

[2]              Pag 482, 15.3.1 La domanda di moneta, Economia, I mercati finanziari e la domanda aggregata Gilberto Antonelli –Giulio Cainelli –Nicola De Liso – Riccardo Leoncini – Sandro Montresor

[3]     Subprime (Subprime lending), è un termine della lingua inglese che indica quei prestiti che, nel contesto finanziario statunitense, vengono concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sono rischiosi. La banca funziona in questo caso come concentratore di valore spazio temporale: le risorse che che avresti in una vita le riunifichi nel mutuo

[4]     Bond è un termine inglese che indica obbligazione finanziaria

[5]     Solo teoricamente esiste un auto controllo, ossia poiché compro la casa per me non la venderò mai e quindi la saturazione del mercato della domanda impedirà l’effettuazione di nuovi mutui.

[6]     Questa parte sostituisce il capitolo 1.1.6

[7]              Questo processo è inevitabile  e universale perché riguarda l’apprendimento umano

[8]              logica di sviluppo è per esempio il criterio “ Just in time

[9]     G.Gallazzi, Oltre la crisi, la crisi economica effetti sull’occupazione,pag 63, D. Pace, idem, Dal Capitalismo all’economia del dono, 73

[10]   1883 La socializzazione presenta anche dei pericoli. Un intervento troppo spinto dello Stato può minacciare la libertà e l’iniziativa personali. La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 48; cf Pio XI, Lett. enc. Quadragesimo anno].,Chiesa Cattolica,Catechismo della Chiesa Cattolica,

[11]   2)  Per prima cosa, bisogna dire che si tratta di due figlie di una stessa madre, cioè della rivoluzione industriale (senza la quale non ci sarebbe né l’una né l’altra), ma di due padri diversi, che sono gli uomini di cultura e di azione i quali hanno conferito alla prassi ideologica (prassi “razionalizzata”), la razionalità capitalista da una parte, e la razionalità marxista dall’altra, entrambe espressione di un Assoluto ideologico ateo-materialista. Donde la differenza fra le due razionalità e i due Assoluti, che però restano razionalità ateo-materialiste, e Assoluti ideologici ateo-materialisti? Essa deriva dai due aspetti fondamentali della rivoluzione industriale: l’aspetto tecnico-economico, e l’aspetto socio-politico. Questi due aspetti, invece di fondersi insieme in una identica ed unica realtà dinontorganica, si sono scissi tra loro, dando origine a due prassi ideologiche (capitalista e marxista), figlie della stessa madre, ma dai rispettivi padri scagliate l’una contro l’altra, in nome del loro Assoluto ideologico, identico e diverso nello stesso tempo. Identico, perché è Assoluto ideologico ateo-materialista sia quello capitalista che quello marxista. Diverso, perché l’Assoluto ideologico primario ateo-materialista del capitalismo viene a coincidere con una natura evolutiva increata, incarnantesi storicamente in una economia per il profitto, in funzione del progresso e del benessere materiale. Mentre l’Assoluto ideologico primario ateo-materialista marxista parte dalla concezione della materia dialettica, che è una materia “increata”, una specie di “stoffa dell’universo”, animata dalla dialettica della contraddizione.     L’ASSOLUTO IDEOLOGICO PRIMARIO:Confronti sinottici, , C – IDEOLOGIA MARXISTA E ASSOLUTO IDEOLOGICO ATEO-MATERIALISTA “MARXISTA”




[i]       Nell’aprile 2009, il Fondo Monetario Internazionale ha stimato in 4.100 miliardi di dollari Usa il totale delle perdite delle banche ed altre istituzioni finanziarie a livello mondiale [3]. La cifra colossale, delle svalutazioni delle attività delle banche a causa della crisi, per rendere l’idea, corrisponde ad un reddito annuo di 20.500 dollari per 200.000.000 di lavoratori, oppure ad 1/3 dello stesso stipendio annuo per 600.000.000 di lavoratori o alla riduzione di 1/5 dello stesso stipendio per cinque anni.

 

La crisi è iniziata approssimativamente nella seconda metà del 2006, quando cominciò a sgonfiarsi la bolla immobiliare statunitense e, contemporaneamente, molti possessori di mutui subprime divennero insolventi a causa del rialzo dei tassi di interesse. Questa crisi è compatibile con le teorie del “credit boom and busts” e delle asimmetrie informative.

La crisi diventa palpabile nel febbraio-marzo 2007[4][5], e nel settembre-ottobre 2008, bimestre in cui scompaiono le banche d’affari più note: il 15 settembre 2008 Lehman Brothers dichiara la bancarotta invocando il chapter 11, il 22 settembre Goldman Sachs e Morgan Stanley[6] diventano banche normali. Tutti gli indici borsistici mondiali flettono in maniera consistente, arrivando mediamente sui livelli della fine del XX secolo.

[ii]      Gli enti che si sintetizzano tra loro POSSONO a loro volta essere parte  di un ciclo di sintesi. Socialità e Missionarietà , in questo ciclo superiore  (CICLO VERDE)sono i trascendentali di educatività  e moralità.

 

 

 

 

Questa parte è la prima parte delle tre che compongono la misurazione  del dinontorganismo e con le quali mi auguro di aver terminato  Questo file risponde sostanzialmente a tre domande  1-che cosa c’entra la metafisica con la matematica  2-quali parti compongono un indice in grado di misurare il dinontorganismo della realtà storica  3-in che relazione è la struttura della realtà storica con il cristianesimo  Ho fatto quello che ho potuto

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Autore: Redazione 25 apr, 2024
Il filosofo o lo studioso che si occupa di realismo integrale diviene di necessità anche un apostolo, perché l’impegno con l’essere della realtà storica lo rende persuaso della necessità della cultura-conoscenza come via necessaria all’azione politico-sociale [1] . E’ con questo spirito che mi accingo da filosofo non accademico a ripercorrere, con gli adeguati riferimenti bibliografici, i contenuti della relazione che ho tenuto un po’ a braccio il 21 marzo 2024 alla Pontificia Università Salesiana in occasione del convegno “ Tommaso Demaria: uno sguardo organico-dinamico sulla storia e sulla società .” L’essere della realtà storica appena accennato ci introduce al tema essenzialmente nuovo inaugurato da don Tommaso Demaria, essenzialmente diciamo ma non fenomenicamente poiché da questo punto di vista l’intuizione di molti ricercatori, per quanto non ancora riflessa a sufficienza, ha condotto molti a rendersi conto che il mondo in cui viviamo appare come una realtà globale, unitaria, interconnessa e in grado perciò di muoversi secondo logiche proprie e inesorabili che sfuggono perfino al controllo dei singoli potenti di turno. Discipline come la sociologia, la psicologia, le scienze dell’organizzazione ma anche la stessa economia rilevano da anni il fenomeno, tuttavia ancora manca alla cultura dominante una visione completa capace di dar conto di tutti gli aspetti in campo: materiali, relazionali, spirituali e metafisici. Lo scopo di questo discorso è quindi quello di stimolare una coscienza intorno all’essere della realtà, perché prima di agire occorre pensare e prima di pensare occorre essere, rendersi conto di essere e di vivere accanto ad altri esseri, perché l’essere precede l’agire non solo personale ma anche comunitario. Il percorso si articola in cinque passaggi che sono invero cinque domande: Di quale essere stiamo trattando? Una società ateo-materialista è in grado di prosperare o almeno sopravvivere? Cosa sono il pensiero unico, i grandi resets e il nuovo ordine mondiale di cui tanto si sente parlare? La ideologie sono tutte negative come tali oppure si deve tener conto del loro contenuto di verità? Possiamo indicare delle vie concrete? Sembra la prima una domanda fuori tempo massimo: a chi può mai interessare oggi un discorso sull’essere o sulla vita? La società liquida con i suoi deliri ha fatto evaporare ogni punto di riferimento stabile, ogni riscontro oggettivo: tutto cambia, tutto muta, tutto scorre, al più si può dire che tutto l’essere è il divenire stesso. Eppure la nebbia di una cultura nichilista pervasiva e invadente come quella moderna (per non dire modernista) non riesce a sopire completamente l’esigenza di essere, di senso e di significato che si scopre ancora incardinata nel cuore di ogni uomo. L’esperienza quotidiana carica di problemi enormi e di enormi opportunità ci catapulta nostro malgrado in un fluire di vicende storiche che non riusciamo a dominare e nemmeno a capire ma che in qualche modo contribuiamo a generare; il mondo va avanti anche con il nostro spesso inconsapevole sostegno e con logiche proprie; le leve del comando sono impersonali, occulte, segrete eppure reali, assegnate in modo oscuro ma lucido a guide concrete ma provvisorie e solo funzionali al perpetrarsi di un mondo che in fondo non vogliamo: la guerra torna a bussare inaspettata alla nostra porta. In questa profonda esigenza di essere, legata ad un perenne senso di malessere per un mondo che non capiamo, assume di nuovo un valore epocale tutta la riflessione di Demaria sulla Realtà Storica, tornando così potente, attuale e anzi necessaria. Quella che un tempo fu l’intuizione di un geniale metafisico oggi è esperienza concreta di molti uomini: la realtà storica appare davvero come un essere capace di vivere a agire a titolo proprio. La portata di questa intuizione comporta la richiesta teoretica di un’adeguata giustificazione: non ci può bastare il solo dato fenomenico anche se ormai di per sé evidente. Giustificazione che però non è possibile affrontare qui, ci basti per ora solo rilevare che alla griglia degli esseri oggetto della metafisica tradizionale e cioè l’uomo, la natura e Dio vi si aggiunge appunto anche l’essere della realtà storica che diventa tale, secondo il salesiano, a partire dalla rivoluzione industriale, imponendosi per di più come organismo dinamico vivo e perciò capace di vivere a agire a titolo proprio. [2] Sono affermazioni importanti che suscitano curiosità ma anche timori: se la realtà storica vive agisce a titolo proprio dove va a finire la libertà umana? La libertà, proprietà inalienabile della natura umana, è un bene prezioso e un dono esclusivo che ogni uomo e anche ogni società hanno ricevuto per scegliere cosa fare di sé stessi. Essa è talmente necessaria che la realtà storica come tale la esige a livello essenziale anche se purtroppo a livello esistenziale può accadere ed accade di fatto che la storia, animata da logiche contrarie al suo vero dover essere ontologico, finisca per negarla, reprimerla o falsarla, assoggettandola a scelte mortifere anziché vitali. Così avviene che se la realtà storica assume logiche contrarie alla sua vera natura e ciò avviene proprio in ragione della libertà umana, anche la comprensione di tutti gli altri esseri ne risulta influenzata e perfino deformata: la persona diventa fluida oppure un ingranaggio, la natura sfruttata o divinizzata, il Dio Creatore rifiutato o umanizzato, con enormi conseguenze sul piano dell’agire collettivo. Comprendere il vero dover essere della realtà storica diventa perciò imperativo decisivo proprio per poter orientare alla convivenza libera e funzionale la vita di miliardi di persone. Il negare questa prospettiva ci espone nostro malgrado ad un agire inconsulto e senza prospettiva e a lasciarci dominare dalla logica bruta di una materia orfana della forma vera, materia che per surrogazione finisce per alienare sé stessa nel ruolo di forma in una prassi senza senso perché in fondo senza retta dottrina, come direbbero i metafisici realisti di un tempo. Per questa via gli stessi cristiani e gli uomini di volontà buona [3] (cioè volontà orientata al bene) vanno a servire inconsapevoli la costruzione della società fondata sul materialismo che, secondo il salesiano, è l’anticamera dell’ateismo prima ontologico e poi religioso [4] . A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che in fondo questo non è necessariamente un male, in fin dei conti anche le società ateo-materialiste, che sono quelle ormai realmente esistenti, possono funzionare se non bene almeno in modo accettabile. L’evidenza storica ci palesa tuttavia senza sconti che non è così e con questa affermazione iniziamo a rispondere alla seconda domanda. Gli “organismi mostro” incarnati dai sistemi capitalisti e comunisti e dai loro discendenti modernisti, fondati sull’assoluto ateo-materialista e così denominati da Demaria nel suo lungimirante testo La società alternativa [5] , stanno manifestando di nuovo oggi la rinnovata ferocia delle loro false premesse. In qualche modo essi vivono sempre a scapito di qualcos’altro: la natura, i poveri, la libertà, Dio stesso. E se queste società potessero anche risolvere (ma non possono!) gran parte dei problemi materiali che ci affliggono, resterebbe strutturalmente irrisolto il senso dell’esistere umano che fatalmente, rinchiuso nell’alveo della materia bruta, si tradurrebbe in un dramma suicida invece che in un’epica maestosa. E’ in questo clima illusorio che oggi si discute molto di pensiero unico, di grande reset, di nuovo ordine mondiale . Intanto mi viene da chiedere, perché cancellare tutto? Forse perché siamo talmente pieni di debito economico a livello mondiale che solo la sua cancellazione, con l’aiuto magari della guerra, può permettere di ripartire? E un’ipotesi che mi pare folle ma anche brutalmente realistica. Il martellamento mediatico proveniente da sponde spesso opposte ci dice altresì che non c’è una sola idea di “reset”, né una sola proposta di “pensiero unico”. Ce ne sono varie e in concorrenza tra loro, che si accusano a vicenda di complottismo, di seduzione, di violenza: capitalismo green, socialismo arcobaleno, socialismo capitalista, imperialismo misticheggiante (se non direttamente ateo-materialista almeno con un errato rapporto spirito/materia). Sono tante le prospettive di “Unico Ordine Mondiale” che si propongono come salvifiche. Ma tutto questo non è una novità , ciò che è cambiato sono solo le etichette, i nomi, le parole, ma la realtà che sottendono è sempre la medesima, quelle esplicitata dal nostro Demaria. L’esigenza di un nuovo ordine mondiale e di pensiero unico non sono che la riedizione aggiornata di quella pletora di ideologie, pseudoideologie e paraideologie che dalla rivoluzione industriale in poi cercano di dare un ordine al caos di una prassi diventata dinamica. Esse si scontrano, si fondono, si camuffano in un susseguirsi di morti e rinascite fino ad arrivare all’esito forse finale, denunciato da Benedetto XVI dell’ideologia del relativismo, che tutte le nega ma solo in fondo per affermare sé stessa, la più dogmatica. Ecco che quelle moderne, afferma Demaria, non sono più solo lotte fra popoli o nazioni ma lotte fra ideologie o meglio lotte fra ideoprassi. E in questa lotta reale per prevalere l’una sull’altra manifestano anche il loro tratto comune che le identifica e le inchioda: sono tutte prassi ontologicamente ateo-materialiste! Le uniche, ed è la storia a dirlo, che sono state in grado di portare l’umanità fin sull’orlo dell’auto-distruzione attraverso soprattutto la possibilità, oggi tornata concreta, della terza guerra mondiale nucleare. Eppure non si può fare a meno di una ideologia, cioè di una visione organica, integrale e coerente della vita umana che sappia coordinare l’agire di miliardi di persone; l’alternativa ad una qualche forma di ordine, ad una sorta prassi razionalizzata non è che la prassi selvaggia e il caos [6] . E’ stato questo l’intento della vita di Karl Marx ma anche dello stesso Adam Smith e di altri studiosi: scoprire la logica interna della storia. E cosa hanno concluso? Che la storia è materia che diviene o natura che evolve e che il cuore di questo divenire è l’economia la quale così è stata assunta non solo come base materiale della società ma anche come sua principale base spirituale. Analisi insufficiente, colma di pregiudizi, guidata da strumenti metafisici inadeguati, per cui è stato subordinato o separato lo spirito dalla materia e strutturalmente negata la soprannatura a favore della sola natura: direttamente attraverso la persecuzione violenta diretta o indirettamente attraverso la seduzione e l’occupazione di spazi e tempi. Secondo il nostro salesiano, il loro errore come quello di molti che li hanno seguiti e riaggiornati è stato proprio quello di aver posto come base spirituale della società una base che è solo materiale, l’economia appunto e di aver completamente o anche solo parzialmente ignorato il valore ontologico degli enti naturali a partire dall’uomo. Di qui l’ambizioso proposito del sacerdote piemontese di scoprire il vero logos nascosto all’interno della realtà storica. E’ questo un passaggio decisivo da comprendere profondamente: l’approdo al vero Assoluto della storia riconosciuta come realtà non è la composizione ordinata di un insieme di valori etici scelti in modo arbitrario, né il risultato di una rivelazione religiosa e nemmeno l’applicazione di una qualche dottrina costruita a priori a tavolino, è invece l’esito di una indagine metafisica rigorosa, coerente e completa che a partire dal dato di esperienza storico ci porta per esplicitazione, cioè attraverso una sorta di mostrazione [7] aristotelica, a scoprire il dover essere ontologico della realtà storica, dover essere che Demaria chiama tecnicamente essenza archetipa [8] . Questa ricerca del vero logos comporta inevitabilmente il confronto con la verità, la sua comprensione e la sua accettazione con tutti i rischi che questo comporta: la verità è più grande, nessuno possiede la verità, la verità bisogna servirla etc… Tutte espressioni che “i prudenti” giustamente manifestano per sottolineare la portata del problema ma che non lo risolvono anzi talvolta lo acuiscono cedendo spesso anche senza disputa alle “verità” sostenute da altri. A tal proposito Demaria infatti scrive: “ non si tratta né di una contrapposizione manichea, né di un accaparramento trionfalistico della verità. La verità bisogna servirla, ma per servirla bisogna conoscerla e riconoscerla […] non c’è insulto peggiore alla verità che rinnegarla o misconoscerla, col pretesto antitrionfalistico, di chi vi contrappone il proprio io con il sofisma dell’eterna ricerca ” [9] . Prosegue il Nostro: “ Oggi si preferisce il fare al pensare. Più che alla verità, che con falsa umiltà si proclama di «non possedere», si crede all'attività, ad un qualsiasi attivismo, riassorbito nell'attività personale con un totale rifiuto della sua rifusione razionale e cristiana nella prassi, anche se poi la presunta attività personale viene abbandonata alla deriva di tutte le prassi [10 ] .” E ancora: “ il discorso sulla verità oggi è impopolare. Si prova una certa nausea esistenzialista e pseudodemocratica nei suoi confronti. Si ha l’impressione o la convinzione che la verità sia diventata sinonimo di dittatura intellettuale, mentre l’errore sarebbe sinonimo di libertà e democrazia. [11 ] ” Richiami forti quelli demariani ad un impegno intellettuale coraggioso che pur nell’umiltà dell’approccio, teso ad evitare la tentazione arrogante di una saccenteria intellettuale, inclina deciso alla sfida della ricerca metafisica realistica integrale, opponendosi così alla non meno grave tentazione di una pusillanime rinuncia a priori. Ma quale può essere il criterio per individuare l’ideoprassi vera , il logos nascosto nel libro della storia che completa quello del libro della natura? [12] E’ questo se ricordate il quarto quesito proposto all’inizio. Demaria risponde schiettamente a questo interrogativo: “ Il problema della verità dell’ideologia si pone alla sua radice. Passa dalla prassi all’ideologia; dall’ideologia alla metafisica; e da una metafisica qualsiasi a una metafisica dinamica. Con ciò torna il problema di fondo: qual è la verità? Qual è la metafisica vera? […] la metafisica dinamica falsa è quella che genera un’ideologia ateo-materialista come anima della prassi; e la metafisica dinamica vera è quella che genera una ideologia come anima della prassi, non ateo-materialista […] che equivale all’affermazione dell’assoluto teo-spiritualista [13] ”. Sembra un continuo rimando ma di fatto non è possibile individuare l’assoluto vero della realtà storica, cioè quello teo-spiritualista, senza un’adeguata metafisica che per Demaria non può che essere la metafisica realistico integrale, ogni altra metafisica dinamica invece conduce all’assoluto ateo-materialista anche se a professarla è un credente, e quand’anche una metafisica dinamica non realista volesse escludere l’approdo ateo-materialista si fermerebbe a metà strada o peggio trascinerebbe alla meta che credeva di rinnegare [14] . Dai frutti conoscerete l’albero è l’insegnamento che porta a questa certezza. Ma per quale ragione è proprio quello teo-spiritualista l’assoluto vero della realtà storica? Qui il discorso giunge al suo compimento e trova la sua trattazione piena nel secondo dei tre volumi della trilogia. La constatazione è che la Realtà Storica è un ente vivo la cui forma non può che essere viva, una forma materiale inerte infatti non potrebbe che essere morta e restare morta. Forma viva e anche libera. Le uniche forme con queste caratteristiche sono la forma umana e quella divina, ma la forma umana non può che animare enti dinamici fenomenici e contingenti e non può in alcun modo rendere conto né di sè stessa, né di tutta la realtà creata. L’immediata e spontanea percezione metafisica dell’essere creaturale , a partire dal proprio io, è invece l'esperienza prima che mostra ad ognuno la propria insufficienza ad esistere da sè e rimanda quindi in modo razionale alla necessità dell'esistenza di Dio Creatore [15] ; senza questo fondamento trascendente tutto l’impianto metafisico realistico integrale fin qui presentato, resterebbe privo del necessario Garante [16] . L’unica forma viva perciò capace di dominare tutta la realtà passata, presente e futura sia naturale che storica non può che essere una forma divina; forma divina che per poter dominare la storia rispettandone la libertà deve poter agire dal di dentro e perciò essere ad un tempo non solo trascendente ma anche immanente, da cui l’approdo metafisico all’assoluto teo-spiritualista [17] . Ciò comporta in prima battuta per la forma sociale vera i tre presupposti negativi della non subordinazione dello spirito alla materia, della non separazione dello spirito dalla materia e della non separazione della natura dalla soprannatura [18] e in seconda battuta i suoi presupposti positivi e cioè la sua universalità, necessità, assolutezza e attualità [19] . Ho delineato in estrema sintesi il percorso filosofico demariano cui appartengono conseguenze pratiche impressionanti, la più importante delle quali è questa: senza adeguato strumento metafisico è impossibile mobilitare nella storia l’ideoprassi vera, non è cioè possibile la costruzione di una convivenza umana veramente funzionale. La metafisica assume così il suo valore concreto postulato nell’ultimo dei quesiti che ho posto all’inizio di questo lavoro. La prima, concreta e vitale esigenza è per questo motivo la formazione permanente di metafisici realistico integrali capaci di indirizzare la costruzione della società e per ciò è necessario e non più rimandabile una cattedra universitaria specifica di metafisica realistico integrale e a cascata di ideoprassiologia. Per questa via anche politica ed economia troverebbero il loro metodo e gli operatori economici, a partire dagli imprenditori, guide sempre più adeguate. La piramide dei bisogni materiali, relazionali e spirituali soprannaturali individuata anche dai più acuti economisti [20] , riceverebbe una solida pezza d’appoggio metafisica con il giusto indirizzo per evitare perniciose deviazioni verso false sirene progressiste o di contro verso ristagni statici economicamente insostenibili e impotenti a resistere al costruirsi dinamico della storia. La cultura della vita (statica e dinamica), della famiglia stabile, degli autentici valori umani, del rapporto oggettivo con le altre religioni, della libertà a servizio del bene, della persona come cellula viva attiva del corpo sociale, dell’autentica convivenza umana pacifica a livello universale avrebbero non solo diritto di esistenza sul piano culturale ma anche un concreto rilancio efficace. [1] T. Demaria, 2° Vol.,Metafisica della Realtà Storica, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 188. [2] T. Demaria, Metafisica e Metodo, da raccolta articoli rivista Nuove Prospettive. [3] S. Fontana, La sapienza dei medievali, Fede&Cultura, Verona 2018, p. 134 [4] T. Demaria, La Società Alternativa, Ed. Il Segno, Verona 1982, p. 15 [5] T. Demaria, La società Alternativa, ed. Il Segno, Verona 1982, p.19 [6] T. Demaria, Cristianesimo e realtà sociale, Ed. Villa Sorriso di Maria, Varese, 1959, p.47: “cosa è l’idelogia: è la visione dinamica, sintetica e concreta della vita e del mondo che si traduce nella teoria della pratica e nella pratica della teoria!” [7] G. Reale, Guida alla lettura della metafisica di Aristotele, Laterza Bari, 2004, p. 33 [8] T. Demaria, 1° Vol. Ontologia realistico-dinamica, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 165 [9] T. Demaria, 5° Vol. Sintesi Sociale cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 12 [10] T. Demaria, 5° Vol, Sintesi Sociale Cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 407. [11] T.Demaria, 4° vol. L’ideologia cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 232 [12] T. Demaria, Sinossi 1984, dispensa convegno Roma, 1984, p.10 [13] T.Demaria, 4° vol. L’ideologia cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 234 [14] Ivi, p. 235 [15] T. Demaria, 2° Vol, Metafisica della realtà storica, Ed. Costruire, Bologna 1975, p. 200- G. Zamboni, La persona umana, Vita e Pensiero, Milano 1983, p. 485 e 487. [16] T: Demaria, La società alternative, ed. Il Segno, Verona,1982, p. 18 [17] Ivi, p. 226 [18] T.Demaria, 5° vol. Sintesi sociale cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 272 [19] T.Demaria, 5° vol. Sintesi sociale cristiana, Ed. Costruire, Bologna 1975. p. 278 [20] Si veda relazione del prof. Zamagni in https://www.nuovacostruttivita.it/quali-scienze-sociali-per-il-cambiamento-depoca in occasione del convegno online di Nuova Costruttività, il 20 ottobre 2022: Quali scienze sociali per il cambiamento d’epoca.
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